A Salerno, tifosi a parte, si respira la solita aria. Allenamenti blindati, nessuna iniziativa da parte della società e totale assenza della proprietà. E’ pur tuttavia vero che i derby sono partite che non hanno necessità di essere caricate, ma è altrettanto evidente che un pizzico di sana competizione, condita dai sempreverdi “sfottò” non guasta. Inoltre, poteva essere colta l’opportunità da parte della proprietà per far avvertire maggiormente la propria presenza sul territorio, al di là delle apparizioni all’Arechi in occasione di alcune partite interne.
Per alimentare la fiammella dell’entusiasmo sono sufficienti piccoli gesti, per dimostrare di essere in grado di ricambiare il calore dei propri tifosi. E’ in queste circostanze che andrebbe saldato il rapporto con la città, che andrebbero aperte le porte alla tifoseria. Ed invece è proprio in queste occasioni che risulta evidente il distacco tra il tessuto cittadino e la proprietà, che appare lampante la differenza con società che scelgono di emozionare ed emozionarsi assieme ai propri sostenitori. A Salerno quella del derby è una settimana particolare, ma solo per i tifosi.