La sede dell’evento, “Il cantico degli esclusi”, potrebbe essere la Chiesa dell’Addolorata (complesso di Santa Sofia) per cui è stata già fatta richiesta; ciò che è certo è che a celebrarlo sarà un presbitero anglicano, padre Giovanni La Rosa: «L’unico – spiega Petrosino – che ha avuto il coraggio di metterci la faccia. In tanti mi hanno scritto messaggi di solidarietà ma in privato perché non volevano esporsi. La nostra non è una provocazione ma una richiesta, chiediamo di riconoscere la nostra presenza.»
«Non ci sono solo gli eserciti di sentinelle, ci siamo anche noi che non abbiamo nulla contro nessuno, chiediamo solo che la nostra presenza venga accettata. Tutto quello che chiedo è di poter tornare a guidare i momenti di preghiera, come quando ero nel movimento di “Rinnovamento per lo spirito”. Pregavo per strada, portavo la parola di Dio tra la gente per poterci mettere tutti in preghiera, insieme, senza guardarci in cagnesco, senza decidere chi è giusto e chi è sbagliato. Tutti abbiamo diritto di pregare, il cambiamento è in atto ed è importante credere per cambiare davvero le cose. Quando ho scelto di vivere apertamente la mia storia d’amore, in tanti sacerdoti e cattolici praticanti mi chiamavano dicendomi che io avevo bisogno di un esorcismo.»
Da anni il Movimento di rinnovamento prega nelle strade, in modo non canonico. Nessun prestampato ma una ognuno è libero di pregare nello spirito. Per anni Pasquale ha portato avanti questa pratica a Siano, nei circoletti, nei bar, in luoghi ai margini in cui non si pensa a Dio.
«Molte persone allontanate dal culto della fede – spiega -, ritrovando la propria spiritualità hanno superato momenti difficili: questa gente si sentiva abbracciata dalla misericordia che il Vangelo esprime.»
Nato e cresciuto a Catania, Pasquale Petrosino è militare in servizio presso la Guardia di Salerno, città in cui si è trasferito più di dieci anni fa. Da due anni è legato all’attore e regista salernitano Antonello De Rosa. Pasquale ha un cammino cristiano importante alle spalle; a 13 anni è entrato a far parte della “Gioventù Francescana” per poi passare al movimento di Rinnovamento per lo spirito. Per anni si è occupato di catechesi e formazione; ha portato avanti studi di teologia.
«Quando tre anni fa ho dichiarato la mia omosessualità ho perso tutto – aggiunge amaramente -, ho perso anche loro, tutto il mio mondo. Ero in un momento difficile, era una realtà nuova per me e mi ero appena separato da mia moglie che oggi mi apprezza e ringrazia per questa presa di coscienza ma allora non poteva certo aiutarmi. Avevo bisogno di amici intorno a me e ho avuto il deserto. Le mie giornate erano scandite da lavoro e catechesi, mi occupavo di formazione e guida a tempo pieno. Lo scorso anno scorso avevo iniziato a frequentare la chiesa di Santa Lucia, nel centro storico di Salerno. Il parroco mi aveva detto che potevo prestare servizio a patto di andare a mesa da solo, perché i molti erano turbati dalla presenza mia e del mio compagno. Una capo scout non voleva che animassimo la messa con i canti. Dovevamo nasconderci, insomma, ma io non voglio mettere in difficoltà nessuno: io sono quello che sono, non altro. Ho scelto la libertà, ho scelto la verità. La vita è un trasformarsi di eventi, anche i sentimenti cambiano. Mi dicono: ogni parrocchia vorrebbe una persona come te ma non possiamo. Eppure Dio non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno.»