Ma se gli abitanti della Campania si dicono pessimisti sul domani, le loro preoccupazioni sono confermate anche dalla situazione attuale del nostro Paese. I numeri parlano chiaro: secondo le rilevazioni del Censis, sono oltre 3 milioni i non autosufficienti in Italia, vale a dire il 5,5% della popolazione. Tra questi, le persone con una condizione di non autosufficienza grave, costrette in modo permanente a letto, su una sedia a rotelle o comunque confinate nella propria abitazione per impedimenti fisici o psichici, superano gli 1,4 milioni.
Alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione e delle trasformazioni del welfare pubblico, il “peso” della non autosufficienza ricade in gran parte sulle famiglie. È sempre il Censis a rilevare come, ad esempio, ben 910.000 famiglie italiane si siano dovute autotassare per far fronte al costo privato dell’assistenza e altre 561.000 abbiano già utilizzato i propri risparmi arrivando anche a indebitarsi.
Ma, guardando al domani, come pensano i campani di affrontare i costi della non autosufficienza? Il 59% attingerebbe fino in fondo ai propri risparmi, mentre il 52% si rivolgerebbe ai sussidi messi a disposizione dal sistema di welfare pubblico, come l’assegno di accompagnamento.
Qualora i soldi non bastassero, per il 14% degli abitanti della Campania la soluzione sarebbe quella di vendere i propri beni, come l’abitazione, mentre un ulteriore 6% arriverebbe a indebitarsi, chiedendo un prestito alla propria banca o ai familiari. Per non arrivare a questi estremi, il 23% dei campani agirebbe per tempo stipulando una polizza assicurativa specifica che garantisca prestazioni e servizi adeguati per far fronte alla problematica, oltre a fornire un sostegno economico.
“Dalle risposte che abbiamo raccolto con la seconda puntata del nostro Osservatorio sul welfare emerge la preoccupazione, da parte degli italiani, per i costi legati all’eventuale perdita dell’autosufficienza loro o di un loro caro. – Afferma Anna Deambrosis, Responsabile della Direzione Welfare di Reale Mutua – Il problema è serio e concreto, anche alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione che, nel tempo, accrescerà il fabbisogno di cure e assistenza. Per questo motivo, diventa sempre più importante favorire lo sviluppo di misure di assistenza sanitaria integrativa. Come Reale Mutua, siamo già attivi nel rispondere a questa crescente domanda di welfare attraverso piani di assistenza dedicati, che fanno leva sul network di strutture socio-sanitarie convenzionate Blue Assistance, su professionisti e operatori specializzati, e sull’innovativo servizio di telemedicina, che offre una soluzione altamente tecnologica per il monitoraggio a distanza dello stato di salute”.
La morte ci attende, la massoneria quello vuole – più spazio sulla terra-; la crisi è stata inventata proprio per quello………
Infatti da quando ci sta la massoneria siamo passati da 500 milioni a 7 miliardi. Diciamo che come efficienza stanno a livello dei vigili urbani.