Nessuno poteva immaginare un finale così bello ed avvincente per un derby cominciato in sordina, proseguito con una doppia mazzata e ribaltato in appena un quarto d’ora. Quindici minuti di fuoco, 15 minuti da Salernitana. Di Minala e del suo gol che entra di diritto nella storia ce ne occuperemo in seguito.
La vittoria nel derby per come è arrivata riaccende la passione in una città ed in una provincia ridotta ai minimi termini da accuse e vittimismi, polemiche e veleni. Bisogna sfruttare il patrimonio di entusiasmo che si è creato attorno alla vittoria di ieri per gettare le basi per un futuro da protagonisti.
Non ci voleva la vittoria nel derby per dire che Salerno ha tutte le carte in regola per puntare in alto, non ci voleva il colpo da biliardo di Minala o la straordinaria discesa di Sprocati o le illuminanti aperture di Rosina per avere conferma del valore di un organico troppo spesso bistrattato e criticato.
La squadra c’è e la vittoria nel derby lo conferma. Una squadra che ha testa, cuore e gambe. Non erano dei brocchi prima, non sono dei fenomeni oggi. Un buon gruppo di calciatori che se utilizzati al posto giusto e nel momento giusto possono dire la loro in questo campionato livellato verso il basso. Da oggi ognuno dovrà fare la sua parte senza contrapposizioni o invasioni di campo.
I tifosi il loro lo stanno già facendo, la squadra si sta svegliando, tocca ora a Bollini, non sbagliare più formazione per poi rimediare in corso d’opera e soprattutto alla società dare un seguito concreto all’effetto derby. Salerno può sognare e la vittoria di ieri lo dimostra.
A Lotito e Mezzaroma il compito di mantenere accesa la fiammella della passione e dell’entusiasmo. Vincere il derby è stato bello, bellissimo. Vincere il campionato lo sarebbe ancor di più ammesso che fosse possibile.