Se a un tifoso della Salernitana fosse stato chiesto di descrivere come avrebbe voluto vincere il derby contro l’Avellino, non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Un 3-2 in rimonta in casa dei “cugini”, con gol al ’96 sotto la propria curva. Un orgasmo calcistico multiplo, non c’è che di dire. Non possiamo neanche che la Salernitana ha avuto fortuna: la Salernitana ha vinto perché ci ha creduto. Certo, ha trovato il gol 2-1 in modo casuale, ma poi si è giocato a un solo campo, quello dell’Avellino.
L’Avellino infatti, è letteralmente scomparso dal campo. In vantaggio di 2-0 in casa, pure senza fare prima una grossa partita, è riuscito a gettare alle ortiche un derby praticamente vinto. Sul banco degli imputati va anche Novellino, che si è assunto giustamente le colpe nel post-partita.
Il tecnico ha effettuato troppo presto dei cambi conservativi, con il risultato di schiacciare la squadra nella propria metà campo; inspiegabile a nostro giudizio tirare fuori Ardemagni. La squadra inoltre continua a prendere tanti gol, ma non vogliamo addentrarci troppo in analisi tattiche, manca ancora la lucidità per farlo.
Inutile girarci intorno: la sconfitta non fa malissimo, di più, e può compromettere l’intera stagione, gettando nello sconforto l’ambiente. Chi scrive è abbonato dal 2009, va allo stadio dal 1995, e ha assistito a 193 partite dell’Avellino: personalmente non ricordo di essere uscito dallo stadio con tanta amarezza.
Certo, è capitato di perdere dei derby in casa, ma mai nella propria storia, i tifosi dell’Avellino hanno dovuto assistere a un’umiliazione del genere, perché di quello di tratta. Una sconfitta che rimarrà negli annali, e non sarà mai cancellata, neanche se questa squadra dovesse salire in Serie A.
Fonte Avellino-Calcio.it (di Pietro Freda)