Ma la sentenza pronunciata in Svizzera a danno di un calciatore di quarta lega ha dell’incredibile, perché potrebbe costituire un precedente che potrebbe modificare per sempre le regole, spesso non scritte, dei rapporti tra atleti durante un match.
Proprio in data dell’altro ieri il Tribunale distrettuale di Wil, nel Canton San Gallo, ha condannato a una pena pecuniaria sospesa, il calciatore in questione. In particolare, ha riconosciuto il portiere dilettante colpevole di lesioni colpose semplici, fissando la pena pecuniaria sospesa a dieci aliquote giornaliere da 30 franchi.
Il condannato dovrà, inoltre, versare 6000 franchi di indennizzo alla vittima, un attaccante che non potrà più giocare a calcio a causa delle ferite riportate. Il portiere, questo il suo ruolo, dovrà inoltre versare una cauzione per eventuali spese supplementari.
La vicenda ha immediatamente sollevato una serie di polemiche al di là delle Alpi, perché è assai raro che un fatto di gioco finisca davanti a un tribunale ed addirittura eccezionale che si arrivi ad una condanna. Robert Breiter del Dipartimento giuridico dell’Associazione svizzera di football (ASF), ha specificato che da quindici anni è a conoscenza di soli cinque casi simili.
Fra questi, ai massimi livelli, quelli celebri che hanno opposto Gabet Chapuisat e Lulu Favre nel 1985 e Sandro Wieser a Gilles Yapi nel 2014. Fatta eccezione per questi due episodi, quest’ultima vicenda è la prima che sfocia in una condanna, secondo Breiter. I fatti risalgono al maggio del 2016. La seconda squadra del FC Henau riceve una compagine di dilettanti dell’FC Wil, in quarta lega.
In area l’attaccante del Henau viene colpito al ginocchio in piena corsa dal portiere avversario, che ha la gamba tesa. L’estremo difensore del Wil viene ammonito e viene concesso un rigore.
Il giocatore ferito è immediatamente trasportato all’ospedale, dove viene operato. In congedo malattia per diversi mesi, ancora oggi la sua mobilità è limitata. Il giudice unico del tribunale ha definito il fallo “una grossolana violazione delle regola di gioco”.
La sentenza fissa un limite fra durezza autorizzata ed eccessiva, secondo il giudice, che aggiunge: “spero che servirà al mondo del calcio.” Rolf Müller, giurista specializzato nello sport, intervistato da un quotidiano ha sottolineato che “Questi fatti dovrebbero essere regolati direttamente sul campo da gioco e non in tribunale “. A suo avviso “qualsiasi duello in una partita di calcio, anche se finisce male, non dovrebbe portare a una condanna penale”.
Secondo Bretier, dell’ASF, bisogna chiaramente distinguere un’aggressione sul terreno, che avvenga a gioco fermo, da una ferita causata da un contatto con la palla in movimento.
Nel primo caso ha senso aprire un procedimento giudiziario, mentre nel secondo no, a detta di Breiter. La decisione, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per quanto già evidenziato sulla stampa svizzera, costituisce un precedente che farà discutere anche nel resto del panorama calcistico europeo perché potrebbe sollevare un’ondata di denunce per falli commessi durante le partite.