La gestione cimiteriale è sempre pesata sulla comunità come rendita negativa, con scarsa capacità di investimenti pregressi e chiusure in perdita costante. In passato, si è anche discusso sull’opportunità di privatizzarne la gestione, al punto da arrivare ad un passo dal referendum cittadino. In realtà si parlava di progetto di finanza. E questo suscitò enorme dibattito nel paese.
Nella modifica del regolamento di polizia mortuaria, per esempio, recente, dopo cento anni, è stato inserito l’autofinanziamento, proprio su suggerimento della Manutenzione. Cioè, tutto quello che viene incamerato per diritti deve essere speso nel cimitero. Fin qui, invece, veniva preso da capitoli generali di Manutenzione che, ovviamente, finiscono per servire ad altro e, magari, sotto spinte politiche, ad opere ritenute “più visibili”. Invece, il cimitero, anche, in questo caso, ha una grande forma di visibilità. L’obbligo di mantenere i proventi del cimitero al cimitero consente al funzionario e all’Assessorato alla Manutenzione, retto da Gaetano Ferrentino e a quello dei Servizi cimiteriali, retto da Emilia Esposito, di programmare attività in una proprietà collettiva che, un anno fa, era ferma ad almeno venti anni fa. La capacità attrattiva finanziaria del cimitero ha un altro incentivo. Studiando attività simili realizzate in altri comuni, e’ intenzione di questa Amministrazione di avviare le procedure per la regolarizzazione delle sepolture irregolari. Una sorta di condono di varie situazioni irregolari incancrenitesi nel tempo. Concessioni intestate ad altri, sepolture superiori a quelle registrate. L’operazione di “sanatoria”, applicando le tariffe più basse elaborate altrove, può portare a somme considerevoli nelle casse del Comune.
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