La rivincita di Raffaele Schiavi è tutta in quei quasi cento metri fatti di corsa per dimostrare di essere un valore aggiunto e non un peso per i conti del club e per la stessa Salernitana.
Da separati in casa a elemento da sbolognare a qualche club il prima possibile. Poi la permanenza a Salerno con qualche mugugno fino al riscatto con la fascia di capitano sul braccio. Oggi Schiavi è pedina importantissima del pacchetto arretrato granata. Sul suo conto si è detto tutto e il contrario di tutto.
«Non cerco rivincite contro nessuno, ho sempre giocato in serie B – ha detto ancora il centrale di Cava de’ Tirreni – . Venivo da un brutto infortunio e molti non conoscevano le problematiche che ho avuto nella scorsa stagione, in cui non riuscivo ad allenarmi con continuità. Quest’anno ho svolto tutto il ritiro e ora fisicamente mi sento bene» ha detto il difensore a Ottochannel.
Poi ha aggiunto: «Sono rammarico per la vittoria sfumata contro la squadra più forte del campionato, che ci ha fatto gol in dieci su una palla sporca». Eppure, per Schiavi, è un punto che vale: «Tanti pareggi? Sì, ma abbiamo perso soltanto una partita. La nostra forza è il gruppo, affiatato, unito, senza invidie».
Infine la dedica: «Il gol è dedicato alla mia famiglia, in particolare a mio nipote Carmine, di tre anni. È venuto allo stadio Arechi per la prima volta, dunque immagino che ci tornerà spesso».
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