Il film, di cui Shomali è coautore insieme al canadese Paul Cowan, racconta una storia “al femminile” realmente accaduta: protagoniste del documentario, candidato agli Oscar 2016 nella categoria delle pellicole in lingua straniera, sono infatti 18 mucche parlanti – Ruth, l’orgogliosa; Rivka, la pacifista; Lola, la regina del dramma; Goldie, l’attivista politica – ricercate dall’esercito israeliano perché dichiarate “pericolose per la sicurezza di Israele”. Siamo a Beit Sahour, villaggio alle porte di Betlemme; sullo sfondo, la Prima Intifada.
È qui che, alla fine degli anni Ottanta, il popolo palestinese disegna una delle pagine più significative della propria storia, sperimentando una pratica non violenta di contrasto all’occupazione israeliana: il boicottaggio economico. Le mucche diventano così il simbolo di un’intera comunità sotto occupazione, che si sforza di costruire dal basso la propria indipendenza. Perché, come conclude lo stesso Shomali, narratore nel film, “è necessario ostinarsi a credere nell’utopia”.
“The Wanted 18” è una produzione unica che combina animazione stop-motion, interviste, disegni originali e immagini d’archivio per rivisitare in chiave ironica uno scorcio della Prima Intifada. Umorismo e leggerezza le chiavi utilizzate da Shomali per lenire il dolore di anni difficili, fatti di privazioni, arresti e uccisioni nel contesto di una repressione militare asfissiante e paranoica, che finisce per avere nel mirino una mandria di mucche.
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La rassegna. Femminile palestinese, giunta quest’anno alla quarta edizione, continua l’analisi dello scenario contemporaneo in Palestina a 69 anni di occupazione dal 1948 ma, soprattutto, a 50 anni dalla “Guerra dei Sei Giorni” del 1967. In questa riflessione, il ruolo della donna è ancora una volta centrale per i percorsi culturali che sa attivare e per come sa ridisegnare e mettere in discussione i confini e le narrazioni dominanti. La rassegna è scandita dalla presenza di giornaliste, arabiste, registe, chef, studiose della cultura e della società palestinese.
L’edizione 2017 proseguirà il mese prossimo a Salerno con altri eventi: il 10 novembre, alla Feltrinelli, si presenta il libro “Uomini sotto il sole” di Ghassan Kanafani; il 16 e il 17 novembre, presso l’I.I.S.S. Santa Caterina da Siena-Amendola, si tiene il corso di cucina popolare palestinese a cura di Fidaa Ibrahim Abuhamdieh, chef e blogger.
Il progetto è promosso e sostenuto dal Centro di Produzione Teatrale Casa del Contemporaneo con il partenariato di Regione Campania, Comune di Salerno, Università di Salerno, Museo MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, Nena News Agency, Fondazione Salerno Contemporanea, Accademia di Belle Arti di Napoli, Università La Sapienza di Roma, Comunità palestinese Campania, Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico, Istituto Santa Caterina da Siena – Amendola. Il quotidiano Il Manifesto è media partner.
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