“Nel 2013 – si legge –ho chiesto al Governo di non tagliare le risorse per garantire i diritti sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, potenziando servizi sociali, lotta contro l’abbandono scolastico, contrasto alla povertà e accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie soprattutto per i minori che vivono in un contesto di povertà relativa e assoluta. Ho chiesto di aumentare il sostegno finanziario a favore delle famiglie a basso reddito, sia italiane che straniere, e di promuovere, di concerto con gli enti locali, campagne di sensibilizzazione a tappeto”.
“L’anno successivo, in occasione della Giornata contro la pedofilia, ho insistito, con una seconda mozione, nel chiedere l’esclusione del beneficio degli arresti domiciliari e il patteggiamento per gli accusati di pedofilia , l’istituzione di corsi di formazione nelle scuole per i docenti e il personale amministrativo e di un “punto di ascolto” all’interno delle scuole per alunni e genitori. In entrambi i casi ho chiesto di valutare la possibilità di istituire una banca dati nazionale per il censimento dei minori in condizione di residenzialità assistita sul territorio nazionale”.
“Ma tutto ciò è rimasto lettera morta. E, mentre i grandi partiti politici si preparano ad affrontare l’ennesima campagna elettorale, i mezzi di contrasto alla pedofilia sono ancora un’illusione”.