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Comitato ‘Uniti per Chicca’, presidio e nuovo sollecito alla Procura di Salerno

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Una nuova richiesta per sollecitare giustizia per Chicca, la cagnolina che lo scorso 15 febbraio fu massacrata a calci nel quartiere Pastena dall’uomo che avrebbe dovuto amarla e proteggerla. E’ quanto annunciato in una nota dal “Comitato spontaneo Uniti per Chicca” che aggiunge: Esattamente sei mesi fa, il 27 aprile, sono state consegnate al Procuratore capo ed al Presidente del Tribunale di Salerno le migliaia di firme raccolte per chiedere calendarizzazione per una definizione celere. Inoltre, in occasione della consegna, all’uscita dalle scuole è stato chiesto ai bambini ed ai loro genitori di affiggere su una grande tela tanti cuori rosa per sensibilizzare i più piccoli al rispetto per gli animali”.

“Poche settimane più tardi, il 12 maggio, il Presidente del Tribunale di Salerno, dottore Giovanni Pentagallo, ha ricevuto alcune rappresentanti del comitato, assicurando che, non appena il procedimento arriverà dalla Procura, in qualità di Presidente si attiverà affinché il processo abbia il giusto risalto e sia trattato con la dovuta risonanza. Tuttavia, ad oggi, dopo oltre otto mesi dal vile e barbaro gesto e sei dalla consegna della lettera aperta sottoscritta da migliaia di cittadini, tutto è ancora fermo a quel giorno di inizio anno in cui la città di Salerno è stata scossa dall’efferata uccisione di Chicca”.

“Per questo – si legge ancora nella nota – il prossimo 26 ottobre, dalle 11 alle 13 circa, ci sarà un altro un sit-in davanti alla Procura di Salerno ed una nuova richiesta affinché al responsabile venga applicato il massimo della pena prevista, ovvero la reclusione fino a due anni, sebbene la legislazione italiana, finora, abbia purtroppo sempre risposto con pene a dir poco esigue. Nonostante l’autore di tale orrore sia stato individuato il giorno stesso, infatti, questo tipo di reato non prevede l’arresto”.

“Sul territorio italiano sono quasi quotidiani episodi di violenza simili a quello di cui è stata vittima Chicca. Si rende più urgente che mai una legge che preveda l’inasprimento delle pene per i reati a danno degli animali, ma anche che la reclusione non possa essere commutata in pena pecuniaria e che vengano attivati percorsi rieducativi per chi commette queste barbarie”.

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