Dopo il clamoroso polverone mediatico costruito ad hoc dalla stampa capitolina, il presidente Claudio Lotito ha deciso si passare alle vie legali.
Il patron biancoceleste ha reso note le sue intenzioni tramite un comunicato ufficiale apparso sul sito del club: “La S.S. Lazio ha dato mandato ai propri legali di procedere in tutte le sedi (penali e civili) per l’accertamento dei reati ed il risarcimento dei gravi danni patrimoniali e non patrimoniali, derivanti dalla lesione della credibilità e del prestigio della Società quotata S.S. Lazio S.p.A. e del suo Presidente Dott. Claudio Lotito nei confronti dei soggetti, delle persone e delle testate giornalistiche, televisive e radiofoniche che hanno attribuito comportamenti, fatti, frasi ed interpretazioni in difformità da quelle realmente pronunciate e verificatesi”
Dopo il comunicato del club, arriva anche il durissimo sfogo di Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della società biancoceleste: “Questa settimana è stata difficile ed il comunicato di questa mattina rappresenta una risposta alla campagna di linciaggio avvenuta nei confronti del Presidente, della Società e dell’intera tifoseria biancoceleste.
I danneggiati da questa vicenda risultano essere tre: il Presidente, presentato nelle maniere più invereconde da una stampa troppo spesso ottusa nella propria perfidia, la Società quotata in borsa che ha subito un danno patrimoniale ed, infine, una tifoseria che, a causa di questo linciaggio, viene definita razzista.
L’identificazione tra i tifosi e il razzismo è il frutto perverso di una campagna di fango scaturita da un episodio che ha portato a 16 Daspo rispetto ad uno stadio di 30 mila persone e ad una Curva di 10 mila unità.
L’episodio va rapportato quindi alle sue dimensioni esatte. Bisogna prevenire avvenimenti simili, ma senza giustificare questa marea di fango planetaria che si è gettata contro di noi.
Il comunicato fa ragione di questi danni e dei reati penali di diffamazione che sono stati compiuti ai danni del Presidente, della Società e della tifoseria. Ho letto su alcuni siti che si parla di slealtà sportiva: la reazione della Lazio non c’entra niente con questa accusa.
L’apertura della Curva Maestrelli è stata attuata per garantire la presenza di una tifoseria non colpevole di una responsabilità riconducibile a pochi individui: questo non c’entra con la slealtà sportiva. Quest’accusa sarà smontata perché ciò che è stato svolto dalla Società è stata un’azione pienamente legittima”.