“L’ospedale di Perugia – proseguono – ha restituito la vita a nostra figlia ed è come fosse nata una seconda volta”.
Durante un controllo di routine – spiega la nota – a Martina venne diagnosticato un tumore al surrene, “grazie alla intuizione di una professionista scrupolosa, la pediatra Immacolata Scotese”.
“Quella diagnosi precoce – raccontano ancora i genitori della piccola – ha dato un vantaggio alla equipe chirurgica che ha operato la nostra Martina, noi li chiamiamo tutti angeli.
Avevamo addosso una tragedia, ma loro oggi ci rendono felici come quando i bambini vedono i fuochi artificiali. A Perugia ci siamo sentiti adottati dal primo momento che siamo arrivati in ospedale. E’ bastato un particolare per capire che eravamo in mani sicure: alla prima Tac venimmo accompagnati dagli stessi professionisti che ci hanno seguito in questo viaggio incredibile, dal professor Garzi e dal dottor Prestipino, ci siamo sentiti scortati, protetti”.
“In quindici anni di attività chirurgica è la seconda volta che è capitato di operare un bambino cosi piccolo con una patologia tanto grave: il neuroblastoma surrenalico è rarissimo, 150 casi all’anno in Italia”, spiega, nella nota, il responsabile della struttura complessa di Chirurgia pediatrica.
“Per la gestione di tutto il caso – prosegue – si è resa necessaria l’attivazione di una equipe multidisciplinare che ha impegnato diverse strutture,
la Oncoematologia pediatrica, la Radiologia, la Medicina nucleare, l’unità di Terapia intensiva neonatale, la Chirurgia vascolare, l’Anestesia. L’intervento chirurgico è durato sette ore”.
Simona e Francesco, al momento delle dimissioni di Martina, in segno di riconoscenza verso tutti gli operatori sanitari, hanno voluto esprimere sentimenti di gratitudine al direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca.
Fonte Repubblica Napoli