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Sbarco choc a Salerno a bordo 26 donne morte

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Al Molo Manfredi di Salerno la nave spagnola Cantabria con 400 persone a bordo.

E’ il 22esimo sbarco di migranti a Salerno ma, rispetto ai precedenti, questa volta a bordo ci sono i cadaveri di 26 donne i cui corpi sono stati recuperati nel Mediterraneo centrale dove, un paio di giorni fa, è affondato l’ennesimo barcone della speranza diretto in Italia.

I ventisei corpi sono stati recuperati nelle acque dell’Egeo dall’equipaggio di una nave del dispositivo Eunavformed.

“Una tragedia dell’umanità – ha detto il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi -. Credo che la procura si attiverà da subito per valutare se possa trattarsi di altrettanti omicidi”.  “Le donne decedute, di nazionalità presumibilmente nigeriana – spiega il Prefetto -, sembra fossero a bordo di un gommone dove vi erano anche uomini. Il barcone è affondato e le donne purtroppo hanno avuto la peggio, in quanto soggetti più deboli”.

Il prefetto tenderebbe a escludere collegamenti con la tratta delle donne: “Le tratte seguono altre dinamiche e altri canali. Caricare le donne su un barcone sarebbe un investimento rischioso che i signori delle tratte non farebbero, potendo perdere la ‘merce’, come la chiamano loro, in un solo colpo”.

Sulla nave spagnola, questa mattina, è salito anche il pm Luca Masini che sta seguendo la vicenda. Tutte le salme verranno trasportate all’obitorio dell’ospedale di Salerno per un primo esame esterno, oltre che per un tampone, per scoprire se le donne morte abbiano anche anche subito violenze.

In base agli elementi raccolti, il professor Antonello Crisci, perito della Procura, insieme alla sua equipe, valuterà se procedere con le autopsie. Una volta ultimati tutti gli accertamenti, nove cadaveri verranno sepolti nel cimitero del Comune di Salerno e i restanti nei comuni limitrofi.

In base al piano elaborato dalla Prefettura in dodici resteranno nel cimitero di Salerno, le altre vittime, invece, verranno seppellite nei Comuni che hanno accettato la tumulazione nel proprio cimitero. Baronissi, Battipaglia, Cava de Tirreni, Montecorvino Rovella, Pellezzano, Contursi Terme, Sala Consilina, Petina, Sassano, Montesano sulla Marcellana, Atena Lucana, Polla, Pontecagnano, qui resteranno queste ennesime morti, in quasi tutti una sola vittima, in un paio di Comuni ci saranno due tumulazioni.

Per quanto riguarda invece gli altri 375 migranti è stata predisposta ieri anche la ripartizione dell’accoglienza. Tra di loro ci sono nove donne in avanzato stato di gravidanza  ricoverate, tutte o quasi, in ospedale, al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per restare sotto controllo e far sì che le attività vitali dei feti vengano costantemente monitorate.

Sul territorio regionale dovrebbero poi restare poco più di un centinaio di persone. Gli altri, invece, dovrebbero essere suddivisi tra Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Puglia e Toscana.

Non è la prima volta che a Salerno sbarcano i cadaveri. Toccante e struggente fu il funerale organizzato dal Comune per il piccolo Austin, di soli tre anni, diventato il simbolo di una «diaspora» africana ormai senza più freni. Il piccolo, di origini nigerine, arrivò a Salerno il 9 maggio scorso in una piccola bara. Il funerale solenne fu pagato dall’amministrazione del sindaco Vincenzo Napoli che gli regalò anche i vestitini necessari per coprirlo. La sua bara fu poi tumulata nel campo fiordaliso del cimitero di Salerno e vicino a lui la mamma, che lo accompagnò insieme al papà in quel drammatico percorso, gli pose un piccolo peluche.

Sono 259 maschi, 116 donne (di cui nove gravide), 21 bambini con meno di nove anni, 5 tra i 9 e i 15 anni, 26 maggiori di quindici anni. Ottanta migranti andranno in Lombardia,72 rimarranno in Campania, 30 raggiungeranno il Lazio, 50 verranno portati in Emilia Romagna e altrettanti in Piemonte, 40 in Veneto, Puglia e Toscana.

La quota di ripartizione tra le province campane dipende dal numero di minori che sono a bordo. Quelli non accompagnati resteranno, per legge, affidati proprio all’amministrazione dove arrivano.

Ragazzini che potrebbero presto trovare dei tutori legali appena formati dal Comune di Salerno che, dopo mesi di lavoro e sinergie istituzionali a vari livelli, è riuscito ad avviare un percorso che potrebbe presto condurre a un nuovo tipo d’accoglienza fondato sull’affido dei minori non accompagnati a famiglie che ne facciano richiesta e risultino essere idonee come scrive Il Mattino oggi in edicola.

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