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Migranti morte: da Salerno un “protocollo 26” per il parlamento europeo

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La sezione comunale di Salerno del C.I.F., Centro Italiano Femminile, interviene in merito alle giovani donne migranit giunte morte nel porto di Salerno. La presidente, avvocato Anna Teresa Arnone, mette in evidenza la necessità di una riflessione che vada al di là della cronaca: “Passata la tragedia – precisa Arnone – si rischia di dimenticare fatti di cronaca che potrebbero ripetersi. Il tutto, tra l’altro, si è verificato ad un mese dalla Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”. Per Arnone si tratta di “Indagare a fondo e in maniera strutturale sulle effettive cause della “morte di sole donne.

Tanti gli interrogativi ed i perché, che impongono risposte”. Al momento non solo non si conosce la causa effettiva del loro decesso, ma non è stato ancora dato loro un nome: non si può scomparire dal mondo così, cancellando anche la dignità di ragazzine.

Il sacrificio di queste ragazzine non resti vano, ma serva da monito perché tragedie del genere non si ripetano. Non resti un fatto di cronaca cittadina, l’Europa intera dovrebbe vivere questo lutto. “Sottoscriviamo insieme tra Prefettura, Enti, istituzioni, forze dell’ordine, volontariato, associazionismo e cittadini – rilancia Maria Pia Perisano, presidente provinciale del Cif – un protocollo, il Protocollo 26, che faccia rimanere traccia di questa tragedia. Si tratterebbe di un documento da inviare al Parlamente Europeo”.

E’ una triste pagina di storia dell’Europa che non va dimenticata. Anche quest’ultimo verbo va sottolineato, perché è evidente che – in ogni caso – si tratta di un omicidio, avvenuto come saranno i risultati dell’autopsia e la magistratura a stabilirlo”.

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