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Provincia Salerno, Canfora: ”Dietro disastri ambientali c’è la malavita”

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Traccia le linee del dramma del dissesto il sindaco di Sarno e presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora, sulla scia dei disastri causati dagli incendi la scorsa estate e sulle terribili immagini dei danni delle prime piogge. Allagamenti, smottamenti, fango e detriti scivolati a valle che hanno devastato i centri abitati. Situazioni di grave pericolo che sono le conseguenze, certamente, delle fiamme che hanno distrutto vaste porzioni di territorio. L’annullamento della copertura vegetale, che rappresenta il consolidamento del suolo, con le piogge porta ad una erosione violenta ed al distacco rapido di frane.  Dunque, un disegno criminoso ben preciso? Pare proprio che il dissesto sia il nuovo vero affare.Quando si muore per la pioggia perché è più utile e redditizio il post disastro rispetto a previsione e prevenzione; quando i danni consentono di mettere in circolo più fondi non è più solo una calamità.
“Dietro questi disastri c’è la malavita organizzata  – dice Canfora – che ha distrutto con gli incendi ampie porzioni di territorio in tutta Italia, e non da meno nella provincia di Salerno, aree già a grave rischio. In una situazione di fragilità, gli incendi non hanno fatto altro che amplificare il dissesto ed il rischio già presenti sul nostro territorio.
Una provincia che è stata messa davvero a ferro e fuoco in estate. Ho sempre ritenuto fosse opera di incendiari, altrimenti non si possono spiegare le tantissime ore si fuoco. Parliamo di seimila ore di fuoco in Italia nei soli tre mesi estivi, se torniamo al 2005 gli stessi numeri li abbiamo su un anno.
Questo fa capire la strategia, l’opera di distruzione attenta che è stata messa in atto. Perché sul dissesto idrogeologico – guardiamo Livorno, anche lo stesso terremoto di Casamicciola –  la malavita gioca la sua partita economica. Da adesso fino al 2030 ci sono 32 miliardi di euro messi a disposizione come Fondi Europei, di cui 10 miliardi tra il 2018 e 2020.
Quindi, io dico di essere attenti, presenti, perché conosciamo i nostri comuni e sappiamo che noi non abbiamo bisogno di opere invasive, ma di mitigare il rischio attraverso interventi di bioingegneria ed attraverso opere di manutenzione ordinaria. Io credo non ci sia alcun bisogno di inventare altre strutture, ci sono organismi operativi già presenti sul territorio.
Si tratta di mettere a regime un sistema esistente dando la possibilità di funzionare come si deve. La manutenzione ordinaria deve essere un pilastro per dire basta alle emergenze, per bloccare fin da subito il business del rischio idrogeologico. Dobbiamo mettere insieme progetti esecutivi che rispondano alle esigenze dei singoli territori, bisogna assicurare il drenaggio ed il libero scorrere delle acque”.  
Fonte SarnoNotizie
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