I rappresentanti del Sappe provocatoriamente affermano che i detenuti conoscono bene le debolezze dell’istituto. Il tentativo di evasione è stato posto in atto da un detenuto salernitano. A.G., con problemi mentali.
Il giovane ha cercato di emulare lo straniero che qualche settimana fa era riuscito a scavalcare il muro di cinta e scappare. Anche in questo caso il tentativo di fuga ha avuto inizio nel cortile passeggi.
“Il detenuto che era senza sorveglianzza – precisa il Sappe – a causa di discutibili accorpamenti di più posti di servizio che aumentano la mole di lavoro, nonchè le responsabilità in capo agli agenti e diminuiscono i livelli di sicurezza”. L’agibilità e la giovane età del detenuto unita alla vulnerabilità della struttura ha permesso al detenuto di muoversi non poco sui tetti dei vari settori dell’istituto, fortunatamente senza trovare una via di fuga. Alla fine è stato lo stesso detenuto a consegnarsi agli agenti che nel frattempo erano stati allertati del tetativo di fuga.
«Il Sappe continua a denunciare – si legge in una nota – i livelli minimi di sicurezza che non garantiscono più il rispetto dell’ordine e della disciplina propri di un istituto penitenziario come quello salernitano che ospita tutte le più diverse tipologie di detenuti che rendono la struttura conplessa e tra l’altro ricadente in un territorio ad alto indice di criminalità organizzata.
I continui rinvenimenti di apparecchi telefonici, pen drive, chiavette usb, sostanze stupefacenti, le aggressioni tra gli stessi detenuti e nei confronti del personale della polizia penitenziaria mo strano i limiti e le insufficienze operative di una “organizzazione del lavoro unilaterale e discrezionale della direzione” che non coincide con quella sottoscritta tra le parti e che puntualmente violata dai responsabili della gestione.
Oramai i detenuti sono i primi a conoscere i punti deboli dell’istituti e dove semmai tentare una fuga o come tentare di fare entrare oggetti o cose non consentite. Sono i primi ad osservare la carenza nella sorveglianza nei punti nevralgici e l’assenza di video sorveglianza.
Gli stessi detenuti sono chiamati a svolgere lavori per il ripristino o il montaggio di sistemi di sicurezza. Lo spirito di emulazione, la facilità di fuga dovuta ad una carente gestione delle risorse umane esistenti ed una assenza dei sistemi funzionanti di sicurezza farà in modo che gli eventi critici saranno all’ordine del giorno.
Da un recentissimo giro di ispezione compiuto da una delegazione del Sappe con servizio fotografico, si è evidenziato un abbandono di settori fondamentali proprio per la sicurezza»