Gli scienziati, che hanno confrontato i cervelli post-mortem di pazienti deceduti con tale malattia e soggetti deceduti senza demenza hanno sottolineato le evidenti differenze del tessuto cerebrale tra chi è stato colpito dall’Alzheimer, che risulta ben diverso e modificato dall’eccessiva presenza di glucosio rispetto a coloro che non ne erano affetti. Nel dettaglio, i pazienti colpiti da Alzheimer presentavano un eccesso di zucchero nelle zone colpite dalla malattia in quanto non riuscivano a portare a termine il processo di glicolisi.
In buona sostanza, chi è affetto da questa patologia ha maggiori difficoltà a trasformare il glucosio in energia. Gli studiosi hanno notato che il processo di glicolisi è maggiormente compromesso quando il disturbo è già in stato avanzato. Come evidenziato dal dottor Madhav Thambisetty, tra gli autori della ricerca, i risultati ottenuti sono molto importanti perché portano ad analizzare un nuovo meccanismo – ovvero la glicolisi – come possibile bersaglio di nuove terapie anti Alzheimer.
che bufala esagerata , la mia adorata mamma prendeva il caffè amaro o con dolcificante , dolci : poco o niente e alla fine se ne è andata a causa di questa maledetta ,malattia.