Nella lettera al Sindaco Alessia chiede a a gran voce di tutelare la sicurezza dei cittadini, che non si sentono al sicuro in “casa propria”. Nella mattinata di ieri, nell’alzare le
saracinesche del suo negozio di alimentari, sito a Torrione – in via Paolo Grisignano, la 21enne Alessia Noemi Fortunato si è ritrovata di fronte allo scempio perpetuato nel
suo locale da alcuni extracomunitari che vivono in zona, i quali hanno mangiato, bevuto, e usato il bagno del suo locale in maniera indecorosa, compiendo nel suo habitat
di lavoro non soltanto un reato, ma una vera e propria violenza psicologica.
La ragazza carica la maggior parte delle colpe principalmente sulla mancanza di controllo da parte delle forze dell’ordine, e scrive sul social una lettera aperta al sindaco, Vincenzo Napoli, “Questa mattina, nel provare ad aprire la saracinesca del negozio, mi sono accorta che la chiave non girava; ho chiamato quindi mio padre per farmi dare una mano ad aprire”, racconta.
“Entrando ho trovato gli ingredienti che uso di solito sul bancone, pensando
che mio padre avesse aperto presto per preparare qualcosa a qualche cliente. Solo dopo poco mi sono accorta però della cassa aperta, vuota, del locale in disordine,
e del bagno ridotto in condizioni pietose, essendosi puliti con il mio grembiule da lavoro, dopo la defecazione”.
A far scattare la molla della lettera pubblica al sindaco non sono stati i pochi euro prelevati dalla cassa, ma la convinzione, da parte della ragazza, che chiunque può introdursi in “casa tua” con facilità, a causa della scarsità dei controlli, non perpetuati con regolarità dalle forze dell’ordine, che permetterebbero l’accadimento di episodi simili.
«Chiedo al sindaco una maggior sicurezza, ma non incolpo gli extracomunitari
se non mi sento al sicuro a “casa mia”. La colpa è di chi dovrebbe proteggerci e non lo
fa, della mancanza di controllo. È normale che queste persone senza
casa e affamate possano girare indisturbate a fare i loro comodi, senza
che nessuno prevenga simili episodi?
Solo poco tempo fa è accaduto un altro episodio simile. Ero in bagno, quando all’improvviso ho sentito un rumore provenire da fuori: un extracomunitario, alto, molto “grande”, provava ad entrare nel locale. L’ho messo in fuga gridando e afferrando
un coltello, ma da allora mio padre, spaventato, non mi ha permesso più di tenere il locale aperto la sera.
Prima restava aperto fino a mezzanotte, poi fino alle nove, ora la sera non apriamo proprio più, siamo aperti solo a pranzo. Tutto questo perché io non sono al sicuro in “casa mia!», si sfoga Noemi.
«In un anno ho visto una sola volante passare in zona. È normale tutto questo?
– chiede retoricamente. – E un mese fa è successa una cosa simile in un altro negozio: è ora che chi deve tutelarci si dia una svegliata, perché qui non ne possiamo più!»
Questa situazione trova sede principalmente a Torrione, zona che registra un considerevole flusso di immigrati, che vivono alla meno peggio, spinti dalla disperazione, unito alla presunta scarsità di controlli da parte delle forze dell’ordine, che rendono la zona poco sicura per i cittadini, inanellando un susseguirsi di episodi simili, che generano paura e rabbia tra chi in casa propria dovrebbe vedersi garantita almeno la sicurezza personale”