Era con un collega e mentre stava per bere il suo espresso ha visto un uomo appoggiarsi pesantemente allo stipite di una porta. Tutti nella questura conoscono quel signore gentile che con sua moglie si occupa delle pulizie e Mauro si è subito avvicinato perché ha capito che qualcosa non andava.
Il tempo di fargli una domanda e gli è caduto addosso esanime e con il volto cianotico. Insieme al collega lo ha steso a terra e l’assenza di battito al polso gli ha rivelato che era in arresto cardiocircolatorio.
Grazie a vari corsi fatti per lavoro, non ultimo quello alla Croce Rossa, ha subito messo in pratica la manovra BLS (basic life support) e ha urlato di chiamare un’ambulanza con defibrillatore. Poi ha iniziato a fare le compressioni sul torace e a insufflare aria nei polmoni. Passano diversi minuti ma niente.
Le persone intorno cercano a quel punto di confortare Mauro per farlo smettere, ma lui non si dà per vinto e ha ragione. All’improvviso c’è un piccolo movimento della gamba e poi l’uomo in terra tossisce. Il cuore è ripartito. Arriva la prima ambulanza ma non ha il defibrillatore e nel frattempo l’uomo ha un secondo arresto. Il medico a bordo del mezzo, insieme a Mauro, riprende a rianimarlo mentre aspettano che arrivi un’altra ambulanza idonea.
Anche stavolta riescono a far ripartire il cuore e quando arriva il mezzo viene portato d’urgenza in ospedale dove ha un terzo attacco e finisce in coma per diversi giorni. Le terapie giuste in ospedale lo salvano e quando si sveglia gli raccontano di come lo hanno riportato in vita per tre volte e vuole parlare al telefono con Mauro che non dimenticherà mai quella voce rotta dall’emozione che lo ringrazia.
Questa storia è stata raccontata dalla pagina Facebook della Polizia di Stato, Agente Lisa.