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Politica, Federico Conte su assenza Sinistra Italiana e Possibile a Salerno

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“Abbiamo registrato con rammarico l’assenza di Sinistra Italiana e Possibile all’assemblea, che pure era stata indetta di comune accordo ed in ossequio a un deliberato nazionale vincolante.

Era questo il luogo, e tale è stato per noi, in cui confrontarsi per “la costruzione di un percorso politico… fondato sulle pratiche e le proposte programmatiche”, di cui essi scrivono.

Noi siamo arrivati a questa assemblea promuovendo la partecipazione dei territori con proposte politiche e programmatiche, locali e nazionali, ampiamente riportate dai mass media, che hanno goduto dell’apprezzamento di tutte le forze progressiste”. Lo scrive Federico Conte in una nota

“E su questi temi – prosegue Conte coordinatore provinciale di Articolo Uno-Movimento Democratico e Progressista -, sul lavoro, sull’astensionismo, sulla riforma della scuola e delle pensioni, su Salerno e sulla Regione, come sul potere opprimente del Pd deluchiano, abbiamo incentrato la discussione nell’assemblea odierna che ha visto la partecipazione di oltre trecento cittadini, giovani, donne e uomini, di cui oltre cento sono intervenuti per la prima volta, segno evidente dell’interesse della cosiddetta società civile. Tutti quelli che l’hanno chiesto sono intervenuti nel dibattito, spesso avanzando proposte.

Il documento finale, in cui si fanno tra l’altro voti all’unità, è stato approvato all’unanimità e riconosce agli assenti una rappresentanza qualificata (40%), anche se non dimostrata.

Non si comprende, dunque, come Sinistra Italiana e Possibile pretendano, ora, di non riconoscere i risultati di un’assemblea alla quale non hanno partecipato e della quale non conoscono neppure i contenuti. Essi invocano la pari dignità politica, come se fosse incompatibile con la partecipazione assembleare e il voto democratico.

Invocano, in effetti, solo la pari dignità numerica; ma pari dignità non significa questo o solo questo, bensì determinazione di scelte comuni in un confronto al quale essi si sono sottratti, e soprattutto una sintesi che esprima le istanze territoriali e la partecipazione dei militanti, procedura alla quale noi ci siamo attenuti con assemblee e iniziative, senza avere la presenza di chi oggi ci contesta. Avremmo preferito apprendere cosa pensano e farne tesoro.

Certo gli accordi per fare sintesi sono utili e a volte necessari, ma non possono prescindere, quando è indispensabile, dal confronto reale tra le diverse istanze rappresentate, se necessario anche attraverso la verifica del voto democratico, previsto dal regolamento approvato a livello nazionale nel caso non si fosse arrivati a una lista unitaria e finanche in questo caso, se richiesto solo dal 10% degli aventi diritto.

Norme fortemente volute soprattutto dai rappresentanti nazionali di Sinistra Italiana per garantire all’assemblea la massima apertura possibile. Confidiamo dunque che la ricerca dell’unità torni ad essere affidata al confronto democratico e al buon senso, che è il segno distintivo della politica.

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