Il raggruppamento di 23 cooperative finito al centro del dibattito pubblico per l’arresto del suo direttore e di un membro del consiglio d’amministrazione aveva tutte le carte in regola per ottenere l’affidamento, rispetto all’unico concorrente che era un insieme di società con base a Potenza.
Gli sconfitti hanno annunciato ricorso, sull’onda del clamore che ha accompagnato questo passaggio amministrativo indifferibile e necessario: il Comune di Salerno, infatti, difficilmente avrebbe potuto escludere il consorzio La Rada senza incorrere in irregolarità nella procedura di gara ed in modo ancora più inverosimile avrebbe potuto soprassedere rispetto alla gara stessa: basti ricordare- tanto per citare un esempio- che il reato di abuso d’ufficio si configura non solo ne caso si arrechi un vantaggio ingiusto ed indebito ad una o più parti ma anche nel caso in cui si arrechi uno svantaggio. Dunque, l’aggiudica del servizio asili nido- seppure in via provvisoria- doveva farsi gioco-forza.
Per la cronaca il secondo lotto è stato aggiudicato ad un altro gruppo di cooperative, per un importo di circa quattro milioni. L’assegnazione del servizio asili nido non muta il quadro d’indagine che ha portato la Procura di Santa Maria Capua Vetere a chiedere i domiciliari per i vertici del Consorzio La Rada e d’altronde le persone coinvolte oltre allo stesso Consorzio fino a sentenza passata in giudicato godono delle garanzie di uno stato di diritto.
Altra cosa, al limite, sono le questioni legate all’opportunità. I due membri de La Rada ai domiciliari hanno la possibilità di spiegarsi negli interrogatori con gli inquirenti sammaritani e difendersi dalle accuse di falso, peculato in concorso, turbativa e voto di scambio.
Fonte Liratv.com