In scena, tre compagnie e altrettanti gruppi di invitati ognuno dei quali è chiamato a interagire con il regista e gli attori in scena mediante i messaggi istantanei su whatsapp; è bandita è l’illuminazione in sala e sul palco. É compito degli smartphone illuminare la sala: scelta minimalista ed economa.
Le tre compagnie scelte da De Rosa, curatore della sezione teatrale del Festival, sono: Il Grimaldello di Antonio Grimaldi, Laav di Antonella Valitutti e Licia Amarante e la compagnia Live di Alessandro Tedesco.
Più che uno spettacolo, un esperimento estemporaneo, come nello stile del regista salernitano. Una trovata decisamente geniale per questa messinscena che rientra nel contest il cui vincitore è individuato dalla regia in sala.
Dichiara De Rosa: «Questi maledetti telefoni sono difficili da allontanare, è come lottare contro i mulini a vento e allora non ci resta che renderli parte integrante dello spettacolo. Sul palco, sale un gruppo alla volta; ogni compagnia ha 20 minuti a disposizione. Le compagnie, tutte salernitane, guidano fino all’ultimo giorno utile i loro invitati, resi parte attiva e partecipe dello spettacolo.»
Ma c’è un tratto comune a tutti ed è la presenza, forzata, all’interno di ogni rappresentazione della figura iconografica del racconto: il lupo.
«Whatsapp ci ha tolto la forza del racconto, nella nostra vita e allora ho voluto reinserirla, simbolicamente, per un teatro che abbia la forza di riappropriarsi della parola», conclude Antonello De Rosa.
Scena Teatro è un’associazione culturale fondata e diretta da De Rosa, attiva con i suoi progetti dal 2006; si propone come una organizzazione autonoma e multidisciplinare per la progettazione culturale nel territorio salernitano e nazionale, con particolare riferimento alle attività teatrale come motore di sviluppo territoriale. Nei diversi anni di attività, è stata portata avanti in Campania ma soprattutto in ambito nazionale, una diffusione piuttosto capillare del teatro di ricerca, con numerosi riconoscimenti e divenendo inoltre, per numerosi giovani un importante riferimento non solo formativo ma soprattutto aggregativo. Il gruppo, costituito quasi interamente da un nucleo stabile di attori, sviluppa un lavoro di ricerca destinato a una decodificazione dei vari linguaggi scenici.