Per il giudice Albarano responsabili di quel dissesto furono il collaudatore in corso d’opera Massimo Della Casa e il funzionario comunale Antonio Ragusa , che dall’ottobre del 2010 rivestiva il ruolo di responsabile unico del procedimento e fino ad allora aveva presieduto la commissione di collaudo.
Sono stati condannati a una pena (sospesa) di due mesi e venti giorni, per il reato di “rovina di edificio”.
Assolti, invece, gli altri sette imputati: gli imprenditori Armando ed Enrico Esposito della Esa costruzioni che stava realizzando i lavori, i professionisti Sergio Delle Femine (direttore operativo delle strutture), Marta Santoro (direttore dei lavori dal febbraio 2012) e Paolo Baia che l’aveva preceduta nell’incarico, l’ex capo dell’ufficio tecnico del Comune Lorenzo Criscuolo e il direttore tecnico della Esa Gilberto Belcore . Ha invece già patteggiato due mesi di pena, nel giugno del 2014, il progettista Vincenzo Nunziata .
Disposto anche il dissequestro dell’area e la restituzione al Comune.
Prezioso l’intervento dell’Avvocato Michele Tedesco (difendeva Delle Femine) che ha sottolineato come la costituzione del Comune di parte Civile nel procedimento penale avrebbe di fatto rallentato il procedimento già incardinato in sede civile in cui l’ente ha chiesto 12 milioni di euro. Una duplicazione inutile che avrebbe potuto arrecare un danno enorme alle casse del Comune. Se il Comune non avesse ritirato la costituzione di parte civile, anche in sede penale, il processo civile sarebbe stato sospeso in attesa del giudizio penale.
Da sottolineare, inoltre che Esposito Enrico, Esposito Armando e Gilberto Belcore, tutti della ESA costruzioni e difesi dall’Avvocato Massimiliano Marotta, sono stati assolti per non aver commesso il fatto dopo una discussione durata tre ore. Nel collegio difensivo tra gli altri
gli avvocati Arnaldo Franco e Giovanni Falci