Lotito lascia l’Arechi con il volto più scuro del cielo nuvoloso
Scuro come il cielo delle 16 sull’Arechi quando l’arbitro ha fischiato la fine di Salernitana-Perugia terminata 1-1. Scuro come il cappotto e il cappello indossato per proteggersi dal freddo e dalla gelata di Buonaiuto al 93′. Scuro come il suo stato d’animo. E cosi il co-patron granata Claudio Lotito ha lasciato l’Arechi questo pomeriggio senza lasciare una parola o qualche esclamazione delle sue. Testa bassa, sguardo perso nel vuoto e in mille pensieri. Scuro in volto, in una macchina scura. Un umore nero e un silenzio che per Bollini aprono una delle nottate più difficili di quando è a Salerno. Dopo il pari di Buonaiuto qualcuno ha sentito sbraitare Lotito che avrebbe esclamato: “Non si può prendere gol cosi. Nella vita contano i fatti, le chiacchiere stanno a zero. La squadra è competitiva per il vertice e lo ha dimostrato anche contro avversarie partite per vincere il campionato. Non serve a nulla avere una macchina veloce se non hai un pilota capace di guidarla.” Poi il silenzio e l’immancabile telefonino in mano pronto per chiamare forse a Fabiani o forse a Di Carlo.
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