Ieri, l’uomo, assistito dall’avvocato Rosario Fiore, è comparso dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Nocera Inferiore Levita. Giancane ha scelto di essere giudicato con il rito dell’abbreviato (rito che prevede uno sconto della pena). Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 20 anni di carcere. Il Gup nell’emettere la sentenza ha riconosciuto come aggravante il fatto che l’omicidio è avvenuto dinanzi ad una minore (la figlia). A costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario la moglie, la madre e la figlia dell’infermiere di Nocera, assistito dall’avvocato Andrea Vagito.
La tragedia si è consumata nello scorso mese di luglio. Poco dopo le 22, Giancane, di ritorno da Milano, era passato a casa della sua ex donna per salutare la figlioletta. Non sapeva che nell’abitazione di via Origlia c’era anche Fortino con cui già in passato aveva litigato per le attenzioni dell’uomo nei confronti della donna. Lo ha trovato in bagno, ha preso un coltello in cucina e lo ha colpito al fianco sinistro.
L’infermiere si è allontanato per raggiungere, a bordo del suo scooter, l’ospedale inseguito dall’accoltellatore che lo supplicava di non denunciarlo. Arrivato a poche centinaia di metri dal pronto soccorso la vittima si è accasciata a terra. Ad aiutarlo un passante che lo ha caricato in auto e lo ha portato in ospedale dove è morto poco dopo per la forte emorragia
Fonte Le Cronache in edicola oggi 19 dicembre