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Natale a Ravello, sabato 23 gran corcerto del Coro Polifonico Casella di Salerno

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Si esibirà a Ravello il Coro Polifonico Casella di Salerno, a conclusione di un anno speciale, segnato soprattutto dalla partecipazione al Festival “L’Inedit” a Rouen, dedicato alla musica sacra contemporanea.

Dopo l’appuntamento di Padula, nell’ambito del Festival “Luci della Ribalta” e quello di Salerno, compreso nella III edizione dei “Concerti in Luci d’Artista”, la sezione invernale dei “Concerti d’estate di Villa Guariglia in Tour”, per il sodalizio salernitano sabato sarà la volta della Città della Musica.

Nel meraviglioso Duomo di Ravello, a partire dalle 19 e 30, l’organico, diretto dal M°. Caterina Squillace, proporrà un programma con la prima parte dedicata alla figura della Vergine Maria, grazie alla quale si compie l’avvento del Messia. Si comincia con “Regina coeli” di Antonio Lotti, un autore del XVII secolo, la cui opera viene collocata nella fase di transizione fra la musica barocca e quella classica. Seguono tre “Ave Maria”: la prima composta nel 2000 da Giancarlo Aquilanti (nato nel 1959), la seconda di Roberto Padoin (n. nel 1954) e la terza dall’argentino C. E. Matta. Per finire, “Regina coelorum” di Marco Ferretti (n. nel 1974), un’eterea composizione che privilegia i timbri più chiari, e “Alma redemptoris mater” di Orlando Dipiazza (n. nel 1929).

Tra i soprani, Giovanna Annunziato, Maria Brucale, Patrizia De Mascellis, Mena Iacobelli, Anna Maria Muzzillo e Daniela Natella; tra i contralti Luisa De Ferrante, Daniela Delvecchio, Anna Maria Gammaldi, Rossana Graziano e Marilena Troìa. Tra le voci maschili, i tenori Michele Buonocore, Vincenzo Caroniti e Giuseppe Falciani e i bassi Antonello Amato, Giuseppe Di Napoli, Riccardo Gammaldi, Piero Sacco e Eugenio Vicinanza.

Si passerà, quindi, a una sequenza di brani incentrata sul Natale, con due canti arrangiati da R. Peluso, un altro compositore contemporaneo: “Notte di luce”, che dà il titolo all’intero concerto, è introdotto dalla versione italiana di “O little town of Bethlehem”. La contemplazione del prodigio della Natività, palesatosi davanti a tutti gli esseri viventi (gli animalia del testo latino) è espressa dall’avvicendarsi di stati di sospensione, meraviglia e trionfo che caratterizzano “O magnum mysterium” (2000), una versione dell’omonimo responsorio di Natale musicata dal venezuelano César Alejandro Carrillo.

Dall’ambientazione presepiale, sebbene trasfigurata in un’aura mistica, si passa alla figura simbolica del viandante, colto all’improvviso dalla notte, che invoca speranza e consolazione, metafora di tutti coloro che sono in cerca di un senso e di un incoraggiamento, con “Esti Dal” (“Canto della sera”), un canto popolare ungherese nella versione di Zoltàn Kodàly (1882-1967), del quale riportiamo una traduzione: “La sera mi sorprese accanto a un bosco. Misi la pelliccia sotto la testa, giunsi le mani e così pregai il mio Signore: «Signore mio, dammi un riparo. Ormai sono stanco del cammino, del vagare e del nascondermi e di vivere in una terra straniera. Che il Signore ci doni una buona notte, che mandi presso di noi un suo santo angelo a rafforzare i sogni dei nostri cuori. Che il Signore ci doni una buona notte.»

Una sorta di stupore e di rapimento in estasi si protrae attraverso le note di “Napadly Písně” (op. 63) di Antonìn Dvořák (1841-1904): “Dei canti mi discesero nell’anima, inattesi, all’improvviso, come la rugiada appare su una collina ricoperta di gambi di cavolo. Perle tremolanti qua e là. Mi sento così giovane e sano, non so se per la gioia o per il pianto della mia anima sconsolata. Ma la luna genera la rugiada e quei canti non restano nella mia anima: scorrono via tra la gioia e le lacrime, all’approssimarsi dell’alba.”

Conclude questa parentesi dedicata all’Europa dell’est “Nell’umile silenzio”, la rielaborazione di un canto popolare polacco (“Mizerna Cicha”), tradotto e armonizzato da Marco Crestani (1926-2010).

“Cancion azul de cuna”, una soave ninna nanna dello spagnolo Emilio Solè, venezuelano d’adozione, allude alla presenza del Bambino Gesù, il cui arrivo è infine annunciato da due canti tradizionali del mondo anglosassone: “God Rest You Merry, Gentlemen”, nella versione corale di David Willcocks (1919-2015), e “Ding Dong! Merrily on high” di George Woodward (1848-1934).

Concluderà il concerto “Bianco Natale” di Irving Berlin (1888-1989), nell’elaborazione di Matteo Jannone.

annovera, tra i soprani, Giovanna Annunziato, Maria Brucale, Patrizia De Mascellis, Mena Iacobelli, Anna Maria Muzzillo e Daniela Natella; tra i contralti Luisa De Ferrante, Daniela Delvecchio, Anna Maria Gammaldi, Rossana Graziano e Marilena Troìa. Tra le voci maschili, i tenori Michele Buonocore, Vincenzo Caroniti e Giuseppe Falciani e i bassi Antonello Amato, Giuseppe Di Napoli, Riccardo Gammaldi, Piero Sacco e Eugenio Vicinanza.

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