Che spiega: “Questa occupazione si chiama ‘ring’, acronimo di ‘rappresentiamo i nostri giovani’. Intendiamo confrontarci con il mondo esterno; l’obiettivo non è lottare contro la nostra scuola ma contestare le modalità di realizzazione dell’alternanza scuola-lavoro”.
Seduta su un giaciglio di coperte e cuscini che ha per ‘materasso’ due banchi, aggiunge: “Ci rendiamo conto che a Salerno contestiamo, in questa forma, solo noi ma siamo determinati e convinti. Crediamo nella protesta e la porteremo fino in fondo”.
Gli studenti si sono organizzati: “Durante le ore curriculari – dice Gigliola Marino, rappresentante d’Istituto – abbiamo organizzato dei corsi, a mezzogiorno teniamo delle assemblee. Nel pomeriggio abbiamo sostenuto dei confronti al termine dei quali i ragazzi interessati alla tematica oggetto della nostra protesta hanno elaborato uno ‘statuto’ che specifica diritti e doveri dello studente”.
La passione c’è, la protesta anche. Ma i genitori? “Beh, loro ci appoggiano fino ad un certo punto…”. Anche perché ancora non sanno quando i loro figli torneranno alla frequentazione ordinaria dell’Istituto: “Non ci siamo prefissati una data di fine occupazione – riprende Portofranco -. La protesta, seppure con forme diverse, continuerà anche dopo l’occupazione”. Marino sgombera il campo da facili equivoci: “Questo non è un modo per anticipare le vacanze di Natale. Crediamo in questa lotta”.
Consapevoli del potenziale danno all’apprendimento didattico, però, lo sono entrambe. “Prima di iniziare questa forma di protesta tutti sapevano le conseguenze alle quali sarebbero andati incontro. La nostra azione intende essere una spinta a tutte le altre comunità di studenti salernitani”.
Intervengono altri due rappresentanti di Istituto. Davide Petrella: “Alla nostra forma di protesta hanno aderito 800 studenti, eppure questa occupazione non interrompe il servizio pubblico. Le classi che hanno volontà di seguire le lezioni esercitano il loro diritto senza alcun problema: le quinte hanno la necessità di preparasi per l’esame di stato ma anche alcune terze e quarte svolgono l’attività didattica”. Gaetano Manzi aggiunge: “Sappiano di essere l’istituto-guida della contestazione a Salerno: speriamo che questa nostra scelta sensibilizzi altre comunità di studenti salernitani al fine di creare un movimento di protesta ben strutturato nei confronti della legge nazionale sulla ‘buona scuola’ e sull’alternanza scuola-lavoro”.
Fonte La Denuncia.it
tutte scuse per non studiare.