“I nostri interventi – ha detto – rivestono importanza elevata in quanto sono oramai rivolti non solo alle marginalità ed alle vulnerabilità estreme che abbiamo sempre conosciuto (tossicodipendenze, senza fissa dimora, prostituzione, tratta) ma riguardano anche categorie sempre più ampie e non tradizionali: oggi in strada tra i senza fissa dimora in particolare a Napoli ma anche a Salerno troviamo moltissimi migranti che hanno alle spalle un progetto migratorio di successo nel centro nord ma che a causa della crisi hanno perso lavoro e casa e che vengono al sud perché qui anche in condizione di estrema povertà si riesce a sopravvivere. Persone che si sentono fallite, che preferiscono dormire nei cartoni piuttosto che relazionarsi con i servizi”.
Continua: “Da volontario due volte alla settimana esco con la nostra unità mobile di strada e vado alle ‘rotonde’ dove, come nella Piana del Sele, ci sono i lavoratori che attendono la chiamata per un impiego a giornata. Da Soccavo a Pianura, su tre chilometri di strada, ogni mattina vi sono circa 300 migranti che aspettano le chiamate per l’agricoltura, la piccola edilizia ed i privati che, ad esempio, hanno bisogno di braccia per traslochi o per svuotare cantine.
Il loro compenso è di 20 euro a giornata. Persone che se hanno la bronchite preferiscono non curarsi per non rimanere alcuni giorni fermi. In quelle stesse rotonde, negli ultimi due mesi abbiamo registrato la presenza di 25 giovani italiani che ogni mattina sperano di essere scelti e quindi di salire sui camioncini sottostando alle stesse modalità che valgono per i lavoratori migranti”. Poi la rivelazione più forte: “Mi occupo molto del fenomeno della prostituzione.
Vi dico che se a Napoli o a Salerno ogni sera circa 400 persone tra uomini, donne e transessuali si vendono sulla strada, tra cui molte vittime della tratta, vuol dire che vi sono 2.500 -3.000 mila uomini che cercano sesso a pagamento, di cui l’80% cerca rapporti non protetti ed è disposto a pagare il triplo pur di ottenere questa prestazione. I nostri interventi di assistenza sanitaria a chi si prostituisce in strada servono quindi anche alle mogli ed alle fidanzate italiane i cui compagni sono potenziali clienti: ecco il nesso tra l’ultima prostituta nigeriana e la signora della Possillipo-bene.
Con un investimento di 100mila euro per interventi di prevenzione sanitaria e dei rischi in strada si riescono a contattare nella sola Napoli mille persone all’anno (tossicodipendenti, senza fissa dimora, prostitute, vittime di tratta). Se con questo nostro intervento riuscissimo ad assicurare che anche solo il 5% non si contagiasse con l’HIV, il sistema sanitario regionale risparmierebbe 1,3 milioni all’anno”.
Morniroli cede quindi ad una analisi politica: “In Italia si rischiano scelte fatte sulla narrazione del fenomeno dell’immigrazione e non sulla conoscenza dello stesso. Una società strutturata sulle paure e sul rancore e non sulla cura e sulla mediazione regala questo malessere a chi lo sta sfruttando sul mercato del consenso elettorale e che propone scenari che non permettono di intravedeere nessun futuro possibile”.
FONTE LA DENUNCIA.IT
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