Imporre almeno quattro dipendenti e un direttore tecnico assunti a tempo pieno e indeterminato per l’abilitazione all’esercizio dell’impresa, significa decretare la fine di circa 700 aziende che non potranno mai sostenere le spese per la quota minima di personale prevista.
Senza contare il danno che si arrecherebbe a tutto l’indotto, con migliaia di posti di lavoro a rischio. Una decisione contro la quale ha manifestato contrarietà persino l’Antitrust, in quanto limita palesemente la libertà d’impresa”.
E’ quanto denuncia la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino, alla vigilia della protesta annunciata dal Comitato spontaneo delle imprese funebri campane. “Per impedire che l’intero mercato si concentri nelle mani di pochi imprenditori – sottolinea Ciarambino – ed evitare una nuova emergenza occupazionale procurata dalla chiusura di oltre due terzi delle imprese funebri campane, abbiamo presentato un emendamento che modifica i requisiti per l’esercizio d’impresa e stabilisce l’estensione del nuovo regolamento anche ai consorzi.
La nostra proposta prevede, in particolare, che si applichino le previsioni del contratto collettivo di categoria, senza ulteriori restrizioni, o che almeno il requisito relativo ad un numero minimo di contratti a tempo indeterminato e continuativo, venga riconosciuto non alle singole imprese costituite in consorzi, ma al consorzio stesso. Emendamento che ci è stato bocciato in occasione del voto alla Legge di Stabilità 2018, ma che ripresenteremo al Collegato alla Legge di Stabilità.
Una proposta che sosterremo dentro e fuori l’aula del Consiglio, per impedire che questo governo regionale butti in mezzo ad una strada migliaia di lavoratori, per creare un oligopolio di imprese concentrate prevalentemente nelle città capoluogo”.
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