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Robot sotto stress hanno paura e aguzzano l’ingegno

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Sotto pressione e stress, anche i robot posso avere paura, come l’uomo, e diventare così più intelligenti. Le emozioni infatti aguzzano l’ingegno e possono rendere le macchine più efficienti, come dimostra la simulazione che ha indotto la nascita di emozioni in un sistema di intelligenza artificiale.

Pubblicato sulla rivista Plos One, l’esperimento è stato condotto fra Gran Bretagna e Italia, nell’università Federico II di Napoli. Studiando il modo in cui, nel corso dell’evoluzione, gli animali hanno imparato a gestire la paura e a prendere le giuste decisioni in situazioni di stress, i ricercatori hanno riprodotto in un sistema di intelligenza artificiale una condizione analoga a quella di un animale che rischia di incontrare predatori mentre esplora un territorio alla ricerca di cibo.

Ispirato ai circuiti neurali del cervello umano, il sistema ha permesso di osservare come si evolve la capacità di gestire situazioni rischiose in una popolazione di robot virtuali.

Si è visto così che per reagire a uno stimolo pericoloso, il sistema di intelligenza artificiale sceglie di evitare il rischio, elaborando un comportamento di allontanamento: ”è un comportamento primordiale associato alla paura e che emerge in automatico sia negli animali che nell’uomo”, ha detto all’ANSA Orazio Miglino, che dirige il laboratorio Natural and Artificial Cognition (Nac) dell’Università Federico II.

Tuttavia, ha aggiunto ”nell’uomo c’è anche una seconda fase di elaborazione per capire che cosa sia successo. Diciamo che i nostri robot si fermano alla prima risposta”. Con il Nac e il Prisma Lab (Projects of Robotics for Industry and Services, Mechatronics and Automation), che per esempio ha costruito il robot pizzaiolo, l’università di Napoli è una delle eccellenze italiane nella ricerca sui robot.

Con questo esperimento, al quale hanno partecipato anche Michela Ponticorvo e Onofrio Gigliotta, è anche una delle prime a testare la nascita delle emozioni e la sua evoluzione nel comportamento delle macchine intelligenti e come ciò, ha osservato Miglino ”possa influire sulle loro prestazioni”.

Il risultato potrebbe contribuire a ottenere robot più intelligenti, perché, ha rilevato Daniela Pacella, del Nac e dell’università di Plymouth, ”le emozioni sono fortemente connesse a memoria, decisioni, motivazione e sopravvivenza”.

Il test ha implicazioni anche per l’uomo: una rete neurale artificiale in grado di isolare i circuiti emotivi dalle altre funzioni cognitive potrà aiutare a identificare le aree del cervello implicate nella genesi della paura.

Fonte ANSA (di Monica Nardone)

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