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Calcio in lutto: muore Rino Santin ex Cavese che espugnò San Siro

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Si è spento questa mattina a Cava de’ Tirreni all’età di 84 anni, Pietro Santin, indimenticabile allenatore di Cavese e Napoli che aveva scritto alcune delle pagine più belle del calcio campano. Con la Cavese alcune sue imprese memorabili: la squadra biancoblù Santin sfiorò la promozione in Serie A nella stagione 1982-1983, quella che resta nei cuori dei tifosi aquilotti e che portò in dote la storica vittoria per 2-1 in trasferta a San Siro contro i rossoneri del Milan. Santin, che da calciatore aveva vestito pure la maglia della Salernitana ed in A aveva giocato con la Spal, aveva concluso la sua carriera in panchina nel 2006 con il Latina dopo aver guidato anche il Napoli.

«Interprete dei sentimenti dei colleghi e dei soci, nel condannare il vile e intollerabile atto, inaccettabile in una società civile e democratica, questo sodalizio è più che mai vicino al sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli e all’assessore Nunzio Senatore». Così il presidente dell’Associazione giornalisti Cava de’ Tirreni – Costa d’Amalfi, Emiliano Amato, dopo gli atti vandalici perpetrati ai danni delle auto di Sindaco e Assessore nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi.

«Si auspica che in breve tempo le Forze dell’Ordine possano individuare i responsabili materiali dell’azione così da assicurarli alla giustizia. Il buon nome di Cava de’ Tirreni non merita d’essere macchiato da simili vergogne» ha chiosato Amato.

LA SOLIDARIETA’ DELLA CAVESE 1919 IN UNA NOTA

«I dirigenti, i calciatori, i tecnici ed i collaboratori della Cavese 1919 piangono la scomparsa
di Rino Santin. Protagonista dei giorni indimenticabili della nostra gloria calcistica, straordinario uomo di sport, illustre concittadino, ha contribuito a scrivere le pagine più belle della storia della Cavese. Lascia un vuoto incolmabile, il dolore della perdita è attenuato dal lascito del patrimonio morale tramandato alla famiglia ed alla Città, fatto di lealtà, riservatezza, rispetto per gli altri, dedizione al lavoro, grande umanità. Alla moglie Elvira Della Monica, ai figli, a tutti i parenti, l’abbraccio infinito della squadra
che egli ha amato sopra ogni altra».

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