Tra le condizioni perchè ciò avvenga – si legge sul Corriere del Mezzogiorno – la «concessione per la gestione di Salerno-Costa d’Amalfi allineata almeno a quella di Napoli Capodichino (2043)»; «Investimento iniziale di 40 milioni di euro dello Sblocca Italia e di 80 milioni a carico della finanza pubblica nel rispetto delle regole sugli aiuti di Stato»; «Realizzazione dei lavori infrastrutturali per migliorare l’accessibilità degli scali di Napoli e Costa d’Amalfi (20 milioni di euro per la rete stradale di Costa d’Amalfi e 5 milioni per Napoli)»;
«Investimenti post start-up necessari per il massimo sviluppo del Costa d’Amalfi (122 milioni di euro) a carico della società di gestione»; «Decreto di ripartizione del traffico»; «Società di gestione unica dal 2018 in grado di assorbire le perdite durante i primi anni di attività del Costa d’Amalfi (circa 10 milioni di euro)»; «Programma di incentivi per i vettori allo start-up di Costa d’Amalfi».