Ve ne sono a centinaia dovunque: limitati (ma non debellati) quelli del lungomare, basta quindi spostarsi sul Corso ed intraprendere via Mercati fino a Largo Campo e poi per via Porta Catena fino alla Villa Comunale per avere uno spaccato di etnie e merci: si inizia con i cingalesi specializzati nelle cover per I phone, baston selfie e palloncini fluorescenti; si passa agli indigeni (salernitani e napoletani) impegnati nella vendita al dettaglio di zucchero filato, castagne, pannocchie, caramelle, calamite per frigoriferi, bottiglie d’acqua (in plastica), oggetti di antiquariato e cianfrusaglie varie; più discreta la presenza dei tavolini, rigorosamente fuori dalle regole, dei pub che occupano i marciapiedi; l’escamotage qui è fine: nessun dehor, nemmeno un ombrellone, solo tavoli e sedie immediatamente asportabili in caso di controllo (?) degli organi preposti.
A Largo Campo, poi, in coincidenza con la notte della Befana, è sorta una grande bancarella coperta. Il suggerimento per la prossima edizione delle Luci, allora, è di allegare alle cartine turistiche delle scenografie illuminate quella parallela del percorso tra gli abusivi, con tanto di indicazione della mercanzia. Così turisti e visitatori avranno una scelta in più… alla faccia della legalità.
Lo scrive il sito web LaDenuncia.it