I due ne hanno mangiato circa due dozzine e Jeanette ha iniziato a sentirsi male 36 ore più tardi. Un malore, accusato dopo aver mangiato dei frutti di mare e che si è trasformato in tragedia. Il marito ha riferito che la moglie ha iniziato ad avere problemi respiratori e ha sviluppato un’eruzione sui suoi piedi.
La convinzione era che la donna avesse una reazione allergica. L’improvviso mal di pancia accusato subito dopo sembrava il sintomo di una banale gastroenterite, ma si è rivelato solo l’inizio di un’infezione che lo ha portata alla morte. Nel giro di pochi giorni, però, le sue condizioni sono diventate gravissime e Jeanette LeBlanc è stata ricoverata in terapia intensiva.
Intere porzioni della sua pelle e della carne sottostante si stavano consumando, come “divorate” da qualcosa. I medici, dopo alcuni prelievi di tessuto, sono arrivati a diagnosticargli la fascite necrotizzante. Per i 21 giorni successivi, ha combattuto per la sua vita. Jeanette, 55 anni, non è stata in grado di riprendersi ed è deceduta il 15 ottobre 2017.
La fascite necrotizzante una patologia frutto di altri batteri comuni come lo streptococco e compare di solito in seguito a una lesione dei tessuti cutanei, anche di scarsa entità. In realtà, i batteri non mangiano la carne della vittima, ma producono delle tossine che corrodono i tessuti cutanei e sottocutanei.
Questo caso trasformatosi in tragedia, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è il severo monito che le ostriche (e probabilmente anche gli altri molluschi marini), per evitare questa minaccia invisibile e generalmente inaspettata, non andrebbero mai consumate crude anche se questo comportamento stride con molte abitudini e tradizioni culinarie.