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Ravello, canoni depurazione non pagati: Ausino toglie acqua a Villa Cimbrone

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Incredibile quanto successo a Ravello in Costiera Amalfitana: come riporta la nota testata web Il Vescovado, l’Ausino, che gestisce i servizi idrici della città della musica, ha operato il distacco forzato della fornitura idrica a Villa Cimbrone, eseguito nei giorni scorsi per effetto del mancato pagamento dei canoni di depurazione.

Attraverso una nota indirizzata al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, al Governatore della Camapania Vincenzo De Luca, alla Soprintendente Francesca Casule e al sindaco di Ravello Salvatore Di Martino, la direzione della splendida Villa Cimbrone ha comunicato la chiusura alle visite in seguito al distacco forzato della fornitura idrica da parte dell’Ausino s.p.a.

Giorgio Vuilleumier, amministratore unico e rappresentante legale della Villa Cimbrone srl che oltre al parco monumentale di sei ettari, gestisce il noto albergo e ristorante noti in tutto il mondo per l’organizzazione di banchetti nuziali da sogno, ritiene l’azione, eseguita l’11 gennaio scorso dal personale Ausino, «assolutamente illegittima».

E per ragioni di salute pubblica si è visto costretto a impedire l’accesso ai visitatori.

«Si evidenzia che l’ubicazione della villa, lontana circa un chilometro dalla sede stradale, non la rendono raggiungibile dai mezzi dei Vigili del Fuoco per un eventuale intervento e attualmente, in assenza di allaccio idrico, è in condizione di estremo pericolo» avverte Vuilleumier.

Quanto al contenzioso, da circa 37mila euro, «nasce giammai dal mancato pagamento dei canoni idrici, tutti regolarmente eseguiti, ma relativamente alle quote dei canoni di depurazione e fantomatici depositi cauzionali che lo stesso Ente, con comportamento illegittimo e fraudolento che rievoca contegni estorsivi di diversa matrice, pretende di riscuotere».

Dopo le azioni legali avviate oltre dieci anni fa da numerosi cittadini ravellesi, tendenti a provare l’inesistenza di veri e propri impianti di depurazione in costiera Amalfitana, nel 2015 la voce in bolletta venne addirittura abolita in odore d’inchiesta che nel febbraio 2016 portò al sequestro, da parte della Procura della Repubblica di Salerno, degli impianti di trattamento delle acque reflue da Cetara a Praiano dimostrando, se ce n’era ancora bisogno, che la quasi totalità dei comuni della Costiera (Ravello compresa) non dispone di veri e propri impianti di depurazione. Tra gli indagati il presidente pro tempore Mariano Agrusta, il suo predecessore e alcuni tecnici Ausino.

La sentenza della Corte Costituzionale numero 335 del 2008 è chiara: “il corrispettivo di prestazione contrattuale, non di tributo, non dovuto in caso di assenza di servizio”. Nonostante ciò lo scorso marzo l’Ausino aveva comunicato, agli utenti morosi, la sospensione dell’erogazione idrica senza ulteriore preavviso, procedendo all’azione di recupero coattivo del credito.

Per Vuilleumier nei confronti della sua azienda un vero e proprio artifizio contabile da parte dell’Ausino che, per recuperare i pagamenti dalla possibile prescrizione, «hanno riportato i pagamenti da me effettuati con bonifico con esatta imputazione “per consumi idrici e fogna salvo depurazione perché non dovuta” a copertura delle quote della depurazione dal 2009 al 2015, lasciando apparire come insoluti i pagamenti dei consumi idrici degli ultimi tre anni». Villa Cimbrone annuncia battaglia legale ma chiede ai destinatari della missiva un celere intervento al fine di consentire la riapertura del monumento, tra i più visitati in Campania durante tutto l’arco dell’anno, al pubblico.

Preoccupati diversi imprenditori i cittadini ravellesi che, come avvenuto per Villa Cimbrone, potrebbero vedersi il distacco della fornitura idrica.

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