In pratica, Gesac deterrà fino all’80% delle quote e si occuperà degli scali di Napoli e Salerno rendendoli perfettamente complementari fra loro, operativi in ambiti e tratte differenti, sostenibili e produttivi. Se tutto va nel verso giusto, dopo la tappa di questo pomeriggio sarà fissata una data per la firma della fusione che potrebbe avvenire entro la prossima primavera. Nel frattempo, è già in corso una fitta trama di contatti per trovare i soldi necessari agli investimenti infrastrutturali per mettere in rampa di lancio lo scalo di Salerno.
Servono 257 milioni, di cui metà a carico dello Stato l’altra parte a carico del soggetto gestore. Entro l’anno bisogna appaltare e cantierare le opere finanziate con i 40 milioni dello sblocca Italia, mentre per le altre risorse è una corsa contro il tempo. Il piano industriale (che pone l’obiettivo dei 5 milioni di passeggeri entro i prossimi 25 anni) può diventare operativo solo si si allunga la pista. Sono previsti due step: il primo per portarla a due km, il secondo per estenderla fino a 2,2 km. Poi toccherà all’aerostazione, che dovrà sorgere su una superficie di 14mila mq, alle vie d’accesso, ai parcheggi, agli hangar. Prima dell’estate sarà pronto un bando integrato per affidare sia la redazione del progetto che la sua realizzazione.
Fonte LIRATV
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