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Baby gang, De Luca: ‘Ragazzi da punire. Genitori paghino i danni’

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Rabbia e determinazione. In migliaia sfilano alla periferia di Napoli, contro la violenza delle baby gang e contro l’indifferenza di chi chiude gli occhi, che siano istituzioni o semplici cittadini. Studenti, docenti, famiglie: “Siamo tutti Gaetano”, si legge su uno striscione solidale con il 15enne pestato dal branco la settimana scorsa all’esterno della metropolitana di Chiaiano, dove la manifestazione si conclude. E un altro striscione accusa: “La colpa non è di Gomorra, ma dello Stato”.

Si sentono abbandonati, i cittadini di questa periferia. Non bastano i controlli delle forze dell’ordine, soprattutto non basta l’offerta educativa per i giovani. “Ma – avverte Daniela, 17 anni – c’è anche da fare mea culpa per tutte le volte che ognuno di noi preferisce ‘farsi i fatti propri’, e non immischiarsi”. Come avvenuto durante l’aggressione a Gaetano: erano le 18.30, ora di punta, e nessuno è intervenuto mentre il ragazzino veniva preso a calci e pugni.

Sull’emergenza baby gang a Napoli, “io sono a favore di decisioni ferme” a partire dal “verificare la possibilità di abbassare la soglia di punibilità”. Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, a margine di una conferenza stampa. “Sono per responsabilizzare pienamente – ha aggiunto – anche sul piano patrimoniale i genitori quando ad esempio quando un figlio si rende responsabile di atti di vandalismo. Noi siamo impegnati in un programma vastissimo con ‘scuola viva’, ‘primavera del welfare’ e altri programmi educativi. Na c’è un tema che si chiama repressione che diventa indispensabile quando si vuole garantire tranquillità di una comunità”.

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