Molti convogli sono obsoleti e, sempre secondo Legambiente, la Regione investe ancora troppo poco per potenziare le prestazioni. “La spesa per i pendolari di Palazzo Santa Lucia – si legge nel report – è di 198 milioni di euro, spesi tra servizi e materiale rotabile, pari al 0.98 per cento del bilancio regionale”.
Dunque, vagoni meno pieni e sempre più vecchi: sono 367 i treni in servizio su tutta la rete regionale, con una età media dei convogli in circolazione di 18.3 anni e con il 63.5 per cento con più di 15 anni. Un focus su Napoli, dove sono 81 i treni metropolitani, mediamente vecchi di 19.5 anni. I tram invece sono 54 (tutti “maggiorenni”, con un’età 18.5 anni). Servono i 70 milioni di passeggeri annui che utilizzano la metropolitana: cifre basse, anche con le dovute proporzioni, rispetto ai 481 milioni di Milano ed i 308 milioni di Roma. Sono inoltre 68 milioni i passeggeri di tram e bus.
“La situazione dei pendolari – dichiara Mariateresa Imparato, segreteria regionale Legambiente – è inaccettabile e insostenibile. Un fenomeno sociale che interessa poco ma che incrocia i grandi temi dell’attualità e i problemi che vivono ogni giorno le famiglie”. Le maggiori difficoltà segnalate dai pendolari campani riguardano l’affollamento dei treni e anche disagi derivanti dalla mancanza di coincidenze.
Le linee “nere” sono le direttrici Salerno-Cava de’ Tirreni-Napoli e Caserta-Aversa-Napoli. Ancora, il dossier Legambiente classifica negativamente, di nuovo, la Circumvesuviana. Tanto che la ferrovia gestita dall’Ente Autonomo Volturno, ha visto ridurre dal 2012 i suoi passeggeri ridursi del 22 per cento.
Numeri alla mano: “aumento delle soppressioni (4.252 corse), dei ritardi oltre i 15 minuti (26.533 nel 2016), oltre alla quasi assenza di treni a composizione tripla. Le performance peggiori sono della linea Napoli-Nola-Baiano: 498 soppressi nel 2015, 1090 nel 2016”.
La maglia nera del report va però alla Circumflegrea che, si legge, “assiste ad un degrado senza precedenti. I disagi riscontrati dai pendolari riguardano la mancanza di un numero sufficiente di treni ed i continui problemi tecnici che riscontrano quelli in circolazione”.
I dettagli proseguono: “La linea Cumana ha visto numerosi stop legati a guasti tecnici. La frequenza delle corse è di un treno ogni 20 minuti, ma i ritardi sono all’ordine del giorno anche a causa della soppressione di quasi il 50 per cento dei treni avvenuta negli ultimi anni, accompagnati dagli scioperi del personale, che per mesi non ha ricevuto stipendio, e dei casellanti che durante la primavera hanno causato numerosi disservizi, come la chiusura delle stazioni dove ci sono passaggi a livello”.
Legambiente aggiunge che “una buona notizia è rappresentata dai nuovi treni che finalmente stanno entrando in circolazione sulla rete campana. Dopo 30 anni infatti è arrivato il primo dei 13 nuovi treni della Cumana con una capacità di 500 persone e 70 posti a sedere ed aria condizionata.
CELA’, QUANDO C’ERA CALDORO (IL RE DEL TAGLIO) DOVE STAVI???? Io per raggiungere centri dell’area Nord di Napoli nel 2015 impiegavo 4 ore da Salerno… E non una volta sola. Funzionavano solo gli intercity.