L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lagonegro (PZ), prende il nome dalle investigazioni svolte a seguito di alcune insolite notifiche effettuate da vari Enti nei confronti di residenti nel Vallo di Diano (SA); tali cittadini, negli anni 2013, 2014 e 2015, si vedevano recapitare a casa lettere assicurative per incidenti stradali, contravvenzioni ed altri atti relativi ad autovetture a loro sconosciute e non in loro uso/possesso.
I Carabinieri di Sala Consilina, attraverso diversi accertamenti presso alcune agenzie assicurative, svolti nel Vallo di Diano e in Lombardia, ricostruivano una vera e propria associazione per delinquere, composta da tre effettivi agenti assicurativi di un’agenzia con sede ad Atena Lucana (SA) che agiva con il seguente modus operandi: generava falsi passaggi di proprietà di veicoli o falsi contratti di permuta/conto vendita di autovetture, intestandoli a persone ignare: e vittime venivano scelte tra i clienti dell’agenzia assicurativa con le classi di merito più basse e, quindi, economicamente più vantaggiose.
Successivamente venivano emesse valide polizze per i clienti compiacenti – perlopiù cittadini residenti nelle province di Napoli, dell’agro Nocerino-Sarnese nonché dell’area della Piana del Sele, aree aventi costi assicurativi più alti – i quali acquistavano polizze emesse sulle targhe delle loro autovetture, a nome di terzi ignari, così da risultare coperti sia in caso di sinistri stradali che nei controlli di polizia, contestualmente ottenendo un risparmio sui costi assicurativi.
L’agenzia assicurativa si avvaleva fraudolentemente del sistema contrattuale telematico di una nota società assicurativa per azioni con sede a Milano, una delle parti offese della truffa. Le investigazioni hanno permesso di appurare che i promotori dell’organizzazione avevano stipulato circa 80 contratti assicurativi per veicoli di diversa stazza, ampliando il proprio portafogli clienti grazie alle “tariffe agevolate” e versando in forma inferiore il dovuto “contributo SSN da maggiorazione” (circa l’11% sulle polizze per responsabilità civile) al Servizio Sanitario Nazionale, nell’apposito fondo compensativo dei costi sostenuti per assistere le persone vittime di incidenti stradali, per un giro di affari illecito stimato in 300.000 euro circa.