“I bambini amano indossarle e nessuno è costretto a farlo contro il suo volere”, ha dichiarato al Guardian Gehild de Wall, a capo dell’unità per l’inclusione della scuola Grumbrechtstrasse ad Amburgo, tra i pioneri nel suo utilizzo. Il giubbotto, spiega, viene indossato solo se il bimbo è accondiscendente e per un massimo di 30 minuti. Inoltre, il peso (scelto in base alla corporatura del bambino) non rappresenterebbe un problema perché concentrato nella parte speriore del corpo.
E spesso, guardando i loro compagni, la vogliono anche i bambini che non hanno problemi di concentrazione: “gli alunni saltano in piedi all’opportunità di averla, così la diamo anche a quelli che non ne hanno bisogno per assicurarci che non sia collegata a nessun stigma”.
Una maestra che racconta di avere usato il giubbotto nella sua classe arriva a definirlo un surrogato dell’abbraccio di cui spesso alcuni bambini hanno bisogno per calmarsi, gesto che però le maestre non sono autorizzate ad elargire. Ciò che però rende scettici alcuni psichiatri è anche l’uso a lungo termine, di cui ancora non si conoscono gli effetti sulla salute psichica.
La Beluga Healthcare, azienda sassone tra i principali produttori del giubbotto con la sabbia, fa sapere di aver accontentato ”centinaia di consumatori soddisfatti” negli ultimi 18 anni con la “sand therapie”, riporta il Guardian. Ma specifica anche che non si tratta certo di un toccasana per bambini cui è stato diagnosticato l’Adhd.
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