Gomorra. Verdi: Esposito sbaglia a negare l’influenza della serie su baby gang

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“Nessuno pensa che Gomorra sia la causa della violenza delle baby gang, ma di certo sbaglia chi pensa che quella serie televisiva non influenzi i giovanissimi che, spesso, sono anche i componenti dei nuovi clan composti da affiliati sempre più giovani”.

Lo hanno detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli de La radiazza ricordando che “molti magistrati, docenti ed esperti sono preoccupati per come la serie sta influendo sulle nuove generazioni di criminali e non”.

“Non dimentichiamo poi che, in alcuni casi, i figli dei boss veri sono diventati protagonisti della fiction come è avvenuto con il piccolo Nicola, Neko per amici e parenti, figlio di Gaetano Marino Mckay, boss del clan degli Scissionisti di Scampia assassinato a Terracina nel 2012” hanno aggiunto Borrelli e Simioli sottolineando che “la scena di Gomorra di cui era protagonista, che dura circa 4 minuti, era molto simile alla storia degli Scissionisti al punto da sembrare un omaggio a quella storia criminale”.

“Invece di limitarsi a contestare chi evidenzia le conseguenze di Gomorra, lo stesso Salvatore Esposito, che interpreta il boss Genny Savastano, potrebbe fare qualcosa chiedendo alla produzione di inserire nelle storie che interpreta anche chi ogni giorno contrasta la camorra, a cominciare dai poliziotti e dai magistrati” hanno aggiunto Borrelli e Simioli precisando che “raccontare la camorra come fanno in Gomorra non fa neanche un buon servizio alla realtà visto che, come dimostra anche l’inchiesta che oggi ha portato alla decapitazione del clan Moccia, la realtà è fatta di una continua lotta tra camorristi e forze dell’ordine e magistratura e quindi rinnoviamo l’appello anche a Saviano affinché, nella quarta serie di Gomorra, già in fase di scrittura, siano inserite anche figure positive e non solo affiliati ai vari clan”.

3 Commenti

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  • C’è qualcuno che non ha ancora capito che la fiction Gomorra ha ampiamente preso il posto della vecchia sceneggiata napoletana, ove si celebravano le gesta, le avventure e le storie degli uomini di rispetto o camorra che dir si voglia. Anche allora c’era un mondo criminale parallelo a quello ufficiale, ma da allora non mi sembra che le cose siano cambiate granchè. Si inviano sempre più forze dell’ordine, tant’è che Napoli dopo la capitale Roma è la città più presidiata d’Italia, ma tutto ciò non basta, in quanto per situazioni eccezionali vanno prese misure straordinarie, perchè tutto quello che vale altrove non è valido per Napoli, il cui tessuto sociale è ampiamente compromesso per ben note vicende storiche. Quando si prenderà coscienza di ciò, solo allora forse si potrà ricominciare la ricostruzione morale, culturale e sociale di una delle più belle città d’Italia………..

  • non hai capito niente. Il messaggio che trasmette la fiction Gomorra è molto chiaro. In quell’ambiente nessuno può fidarsi di alcuno, neanche di se stessi. Inoltre alla fine di tutto si finisce o in galera o al cimitero e si fa una vita di merda. Chi ci vede altri messaggi è già marcio di suo.

  • Come dire che tutte le fiction e film che documentano storie vere dovrebbero essere alla gogna.Se vi sono teste malate ,sia minorenni che non,queste vanno “curate” con i mezzi appropriati.

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