A quanto si apprende, sarebbe di 830 milioni l’ammontare complessivo delle offerte presentate da Sky e Mediaset, sensibilmente meno del miliardo e più che la Lega sperava di incassare. Dopo la trattativa privata chiusasi la scorsa notte, soltanto Sky Italia ha rilanciato di 70 milioni arrivando sino a quota 630.
Mediaset, invece, aveva confermato l’offerta presentata lunedì scorso pari a 200 milioni di euro per il pacchetto dei diritti riguardanti le otto big del campionato ad esclusione della la Roma da trasmettere sul digitale terrestre. A questo punto verrà aperta la busta per il secondo bando, quella riservato agli intermediari, con gli spagnoli di Mediapro pronti a mettere sul tavolo 990 milioni di euro.
L’assemblea della Lega Serie A, iniziata con 4 ore di ritardo, che all’ordine del giorno oltre all’assegnazione dei diritti tv aveva la scelta della Governance, ha dato anche qui risposta negativa. Non sono stati infatti eletti i nove organi dirigenziali, dal presidenti all’ad, sino ai consiglieri di Lega. I due gruppi rivali, i riformisti e i lotitiani, si sono incontrati a parte, non è possibile al momento raggiungere il quorum di 14 voti.
Lunedì scade il commissariamento di Tavecchio, Simonelli sarà il garante (lo ha già fatto, è molto stimato e alcuni club lo vorrebbero come presidente). Tempo un mese e scatta la mannaia di Malagò: se la Lega non risolve il problema della governance e dello statuto, il presidente del Coni commissaria la Figc, anche se lunedì a Fiumicino verrà eletto un presidente fra Sibilia, il favorito, Gravina e Tommasi. Ma la Lega entro dieci giorni potrebbe farcela. “Siamo avviati sulla buona strada “ ci diceva ieri Urbano Cairo, patron del Toro.
In mattinata, prima dell’assemblea, alcune società del fronte cosiddetto ‘riformista’ (Juventus, Inter, Roma, Torino, Fiorentina, Sampdoria, Cagliari, Sassuolo, Bologna e Spal) hanno incontrato
Fonte Repubblica.it
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