«Sedici anni fa una delle più grandi gioie sportive della mia vita. Era il 27 gennaio 2002, di domenica: la Salernitana di scena al San Paolo di Napoli in un acceso derby del campionato di serie B. Da Ravello partimmo per la trasferta in pullman organizzata dagli attivissimi Boys Maiori.
C’erano Daniele Dipino, Daniele Pignatiello, Alessandro Giani e Luca Ruocco. Attraverso il percorso alternativo, scortati da un massiccio cordone di sicurezza giungemmo nel settore ospiti dell’impianto di Fuorigrotta accolti da una bordata assordante di fischi, da far paura a chiunque. Poco alla volta la “gabbia” si riempiva di tifosi di fede granata, in tutto 5mila circa.
Dopo un primo tempo a reti inviolate, il match si accendeva nella ripresa. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo per il vantaggio azzurro con un gol in scivolata di Villa al 63esimo con lo stadio in delirio. La partita volgeva al termine e per la Salernitana sembrava l’ennesima beffa.
Nei tre minuti di recupero accordati dall’arbitro internazionale Rosetti di Torino, invasione di campo di alcuni tifosi partenopei ad abbracciare i propri beniamini. Il direttore di gara accorda un minuto in più. Le speranze granata erano tutte riposte in una punizione dalla trequarti, palla a Di Vicino che scocca un tiro violento di sinistro, con sfera che si stampa sul palo alla destra dell’indimenticato Franco Mancini prima di ritornare al centro dell’area di rigore in direzione dell’argentino Leandro Lazzaro (da poco buttato nella mischia da Zeman) lesto a stoppare il pallone col petto e a infilarlo di destro in porta. Il tutto in poco più di sette secondi quando il cronometro segnava il 94° minuto.
In visibilio i 5mila giunti da Salerno. Al triplice fischio tutta la squadra a festeggiare sotto il settore ospiti mentre il San Paolo, gelato, si svuotava in un niente. Calò il buio, pochi fari accesi in attesa di lasciare lo stadio in sicurezza. Nell’attesa cantammo noi, quella domenica, a squarciagola “’O Surdato Nnammurato”. Un’emozione fantastica.
Attimi e secoli, lacrime e brividi”