Lo dice a bassa voce, soffiandosi il naso per nascondere i pensieri.
Ha pensieri rossi, sbiaditi.
Li vedo.
Ne ho un quarto, adagiati in una scatola di legno.
– Su cosa cede?
Sussulta, ma solo nello sguardo, non muove il corpo.
Chiude il fazzoletto in una mano.
Fruga nelle tasche.
Trova un numero di telefono, un biglietto con un imperativo, un fallimento da riparare, tre spille di rabbia.
Una penna.
Scuote il capo. Respira forte.
– Poca cosa. Ma ho bisogno di tempo. Conserva una moneta d’oro e un sorriso di circostanza.
Scuoto il capo anche io e riprendo a guardar le nuvole.
L’altro sbuffa. Si ferisce con una spilla. Impreca.
Vorrebbe piangere ma nelle tasche, qualcosa pesa.
È già tardi.
Se ne va.
Fatima Mutarelli
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