Chip nelle divise dei dipendenti, dopo Amazon spunta nuovo caso all’Asl Salerno

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Microchip elettronici nelle divise dei dipendenti. Dopo il caso Amazon, con dei braccialetti ai polsi delle maestranze della multinazionale, una vicenda analoga viene sollevata dalla Uil Fpl provinciale per il personale dell’Asl di Salerno. “Siamo al corrente che nelle divise dei dipendenti di nuova distribuzione sia inserito un microchip elettronico del tipo “Tagsys”. Questo sistema è stato pensato per essere sfruttato in ambito sanitario, magari applicato alle divise del personale medico e di comparto, ma i suoi utilizzi possono essere molteplici. Perché chiunque – non solo dottori o infermieri – può trovare vantaggiosa la possibilità di disporre, cucito direttamente sul proprio abito. Soprattutto se l’etichetta ha la forma di un vero e proprio bottone, con tanto di fori centrali per consentire il passaggio di ago e filo”.

“Ma il problema sta proprio nella posizione che detto microchip occupi nelle divise del personale, ovvero cucito nel risvolto delle tasche di casacche e pantaloni, invisibile alla vista dei dipendenti. Tale sistema, proprio per le sue caratteristiche intrinseche che lo vedono come un ottimo strumento capace di tracciare in ogni momento le attività di chi indossa le divise sopra richiamate, viola in maniera palese quanto disposto dalle normative in materia di lavoro che dispone che gli impianti audiovisivi e gli altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere impiegati esclusivamente per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale e possono essere installati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali”, ha scritto Biagio Tomasco, sindacalista della Uil Fpl provinciale al manager dell’Asl Salerno.

Un’azione che, per Tomasco, violerebbe la privacy dei lavoratori. “La legge dice che le informazioni raccolte sono utilizzabili a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro a condizione che sia data al lavoratore adeguata informazione delle modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli e nel rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo numero 196 del 30 giugno 2003”, ha concluso l’esponente sindacale della Uil Fpl provinciale. “Ecco perché chiediamo, in virtù di tutto ciò, un immediato incontro con i responsabili dell’Asl Salerno per la discussione di merito della questione”.

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