Non vanno definiti polacchi i lager allestiti dai nazisti in Polonia. Il senato di Varsavia, con 57 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astenuti, ha approvato la legge che punisce con la reclusione fino a tre anni anche chi sosterrà il coinvolgimento di cittadini o della nazione nella Shoah. Ma i libri di storia racconterebbero altro.
I primi campanelli d’allarme si avvertirono lo scorso 11 novembre, giornata dell’Indipendenza polacca, alla manifestazione organizzata dal PiS, partito di governo. In quella occasione, furono esposti i simboli della destra antisemita che durante la guerra aiutò i nazisti nello sterminio degli ebrei. Si scandirono slogan inneggianti la bonifica delle stanze del potere dall’ebraismo. Si invocò, addirittura, un olocausto musulmano.
“La memoria dei sei milioni di ebrei uccisi è più forte di qualsiasi legge”, ha tuonato dai social Yoav Gallant, ministro del governo Netanyahu. Ora come allora, la reazione di Gerusalemme, non si è fatta dunque attendere. Alla Knesset, il Parlamento israeliano, è stata presentata una legge con cui si introduce la pena fino a cinque anni di carcere nello Stato ebraico per coloro che riducono o negano il reato di complicità di chiunque aiutò i nazisti nei crimini commessi contro gli ebrei.
Venerdì 2 febbraio l’ambasciatrice di Israele in Polonia, Anna Azari, attraverso un comunicato ha denunciato il montare di un clima intimidatorio. Negli ultimi giorni, infatti, all’indirizzo dell’ambasciata si sono registrati numerosi commenti antisemiti diffusi mediante tutti i mezzi di comunicazione. “Fino ad adesso ci siamo trattenuti dal reagire, ma sentiamo che non dovremmo farlo più”. Questo il monito con il quale ha chiosato.
Tali accadimenti stanno suscitando dappertutto perplessità ed apprensione. Pure la Casa Bianca, che sinora non ha nascosto le proprie simpatie verso il governo di Mateusz Morawiecki, ha espresso preoccupazione ed esortato Varsavia a riconsiderare il provvedimento. Ciononostante, il presidente, Andrzej Duda, ha reso nota la volontà di apporvi la firma.
Il popolo polacco, in passato vittima della dittatura e di persecuzioni, ha pagato prezzi altissimi. Quale giudizio darebbe di tutto ciò Karol Wojtyla, colui che con la forza della testimonianza ed il coraggio della verità ha avuto il merito di cambiare il corso della storia e fatto comprendere al mondo intero quanto è necessario riuscire ad abbattere i muri?
Editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista
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