“Il fatto che la funzione del microchip non sia attivata, in quanto il relativo appalto all’azienda Soresa non sia ancora partito, non significa che la ditta fornitrice fosse esentata dal fornire all’Asl le dovute informazioni sul dispositivo. Difatti, tale omissione è fonte di serie preoccupazioni da parte della Uil Fpl che potranno essere fugate unicamente e solamente dopo che l’Asl di Salerno, per come dichiarato dai propri vertici, cosa di cui comunque non si nutriva alcun dubbio, avrà fornito alle organizzazioni sindacali la dovuta informativa sul dispositivo in questione”.
Per Tomasco, dunque, appare chiaro che tale sistema non solo sia capace di riconoscere in ogni momento l’identificativo associato alla divisa, ma anche di sapere dove si trovi un capo di abbigliamento associato a un qualunque dipendente e, pertanto, se ne possa tracciare la posizione.
“La ditta fornitrice ha dichiarato che la predisposizione del sistema Tagsys nelle divise dei lavoratori, altro non sia che un’attività interna alla ditta e che, in nessun caso, potrà tracciare a distanza i movimenti delle persone. Per questo il sistema, sempre secondo i fornitori, è assimilabile all’etichetta identificativa del capo, ovvero al nominativo stampato su di esso. Da qui si deduce che il sistema è in grado in ogni momento di tracciare la posizione della divisa che allo stesso tempo è riconducibile a una persona fisica. Su questo attendiamo chiarimenti”.