All’epoca, Zeman fu scelto dall’allora presidente Aliberti, proprio per risvegliare l’entusiasmo della piazza granata, dopo i due campionati poco esaltanti di B, successivi alla retrocessione dalla massima serie. Alla sua prima stagione a Salerno sono legati piacevoli ricordi: l’exploit di Vignaroli, che chiuse il torneo con 20 reti all’attivo, dopo averne siglate appena due l’anno prima, il derby di Napoli, in cui la meteora Lazzaro segnò quel celebre gol del pareggio al ’94, la serie di quindici risultati consecutivi, che aveva condotto la Salernitana nelle parti alte della classifica.
La promozione, con Zeman in panchina, non arrivò, ma la bella stagione disputata dai granata non fu ripetuta l’anno dopo: quello 2002-03 fu un campionato di soli bassi, senza sussulti. I primi mesi furono caratterizzati da risultati disastrosi, poi, a dicembre l’inevitabile esonero, con il boemo costretto a cedere il testimone a Varrella, anche se la Salernitana a fine campionato scivolò comunque in C, salvo ritrovarsi di nuovo in B, l’anno dopo, grazie alla riforma del campionato, dovuta al caso Catania. Da allora, le strade di Zeman e la Salernitana si sono incrociate quattordici anni fa, quando il boemo passò alla guida dell’Avellino, ed in questa stagione. Emozione a parte, nella sfida di ritorno, all’Adriatico, l’ex tecnico granata sarà chiamato a difendere una panchina che, nelle ultime settimane, è diventata sempre più traballante.