L’opera descrive, in particolare, il momento della distribuzione del “rancio” agli ebrei segregati nel campo di sterminio nazista di Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. La scultura raffigura un gruppo di ebrei all’interno del campo di sterminio ove si legge il retro della famigerata frase “arbeit macht frei”, posta nella parte superiore del cancello di accesso al lager.
In primo piano è raffigurato in rilievo un prigioniero sulla cui giacca si evidenzia il numero 174517, identificativo di quello assegnato a Primo Levi, internato proprio ad Auschwiz. Per la realizzazione dell’opera l’artista ha utilizzato il tronco di un grande albero di noce rinsecchito che era piantato da oltre 30 anni nel giardino dell’Istituto religioso dei Padri Saveriani di Salerno, dove è ubicato il laboratorio del Cibelli.
Lo scultore scolpisce solo su legno, in particolare noce, ciliegio ed ulivo, ed è autore di numerose opere tra cui: “Numeri”, scultura in legno custodita in uno dei saloni del Palazzo Sant’Agostino, sede della Provincia di Salerno; “Una Porta sulla Vita” scultura in legno d’ulivo conservata nel Museo Bartolo Longo del Santuario di Pompei; “Altare e leggio” nella nuova cappella dell’Università degli Studi di Salerno; “Al di là dell’Eden” presso Villa Carrara a Salerno; una “Natività” in legno esposta nel Comune di Sutrio (UD); “Luce e Fedeltà” donata al Comando Provinciale dei carabinieri di Salerno; “Lucerna” conservata presso la nuova Scuola della Caserma dei Marescialli dei Carabinieri di Firenze.